Libri: Eufemi difende la DC, non fu partito spesa (ANSA)

Libri: Eufemi difende la DC, non fu partito spesa (ANSA)

L’economista ed ex senatore esamina gli anni dal ’78 al ’94 (ANSA) – ROMA, 6 APR – Il debito pubblico italiano e’ arrivato a 2300 miliardi e continua a crescere: un recente studio calcolava che l’incremento e’ di 4500 euro al secondo. Come si sa queste cifre record vengono da lontano, dagli anni della spesa facile durante la prima Repubblica, quando non c’erano ancora i vincoli europei. Sul banco degli imputati e’ finita la Dc, il partito di maggioranza relativa nei primi cinquanta anni di storia repubblicana e architrave di tutti i governi fino al 1994. Secondo critici e studiosi sarebbe colpa del partito fondato da De Gasperi e della politica che incarnava se l’Italia si e’ incamminata sulla deriva di una spesa pubblica fuori controllo.Ora pero’ un libro dell’economista ed ex senatore Maurizio Eufemi cerca di dimostrare che la vecchia Dc non e’ stata il partito della “finanza allegra”. Lo fa esaminando quindici anni di politica economica, dal 1978 al 1994, dall’ adesione allo Sme all’adesione al trattato di Maastricht, con un’analisi di atti parlamentari, documenti e verbali di riunioni dei gruppi parlamentari dello Scudo Crociato. “Pagine democristiane – orgoglio di una grande storia” (edito da Il Laboratorio) ripercorre le grandi scelte degli anni ’70 e ’80: le leggi sul credito, sulle piccole e medie imprese, le concentrazioni bancarie, le privatizzazioni.Le ricostruzioni della politica economica dei governi democristiani, scrive Eufemi, sono spesso “fuorvianti”, “parziali” e “incomplete”. La sua missione e’ quella di sradicare i “luoghi comuni”, come li definisce l’ex ministro democristiano Gerardo Bianco nella prefazione, che addebitano alla Dc la malattia dei conti pubblici italiani. Il libro di Eufemi, scrive ancora Bianco, “e’ una risposta alla damnatio memoriae della Democrazia Cristiana e alla demonizzazione del termine ‘democristiano'”. Passo dopo passo, l’autore sviluppa la sua tesi: la Dc non e’ come la si dipinge, ha sempre avuto a cuore “un’equilibrata gestione della finanza pubblica”. E se a volte la spesa correva era per decisioni prese in altre sedi, come quelle sindacali, della magistratura e della Corte Costituzionale.E comunque, sottolinea Eufemi, chi critica oggi la democrazia cristiana “spesso dimentica che con la Dc si e’ operata la piu’ grande, straordinaria ridistribuzione del reddito, portando al benessere vasti strati sociali”.

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