“Oltre il capitalismo macchine lavoro proprietà”  presentazione libro di Giulio Sapelli

“Oltre il capitalismo macchine lavoro proprietà”  presentazione libro di Giulio Sapelli

“Oltre il capitalismo macchine lavoro proprietà” è l’ultimo bel libro di Giulio Sapelli presentato nei giorni scorsi all’Istituto Sturzo da Nicola Antonetti, Fausto Bertinotti e Giuseppe De Lucia Lumeno, autore anche della prefazione al volume.

Giulio Sapelli non guarda al presente, ma volge lo sguardo al futuro con una riflessione intellettuale acuta. Lo fa con la competenza dello storico dell’economia e dunque con l’attenzione sui grandi cicli economici.

Sapelli va controcorrente rispetto al pensiero dominante che finisce per trasformarsi in pensiero unico, dominante nell’ultimo trentennio, con una distorsione narrativa della realtà che ha finito per inaridire la nostra umanità.

La fragilità dell’economia, anche per l’affermazione di dogmi, richiede risposte di tipo nuovo, rifuggendo da logiche matematiche distanti dall’Uomo, senza alcun principio di responsabilità.

Sapelli vede con preoccupazione la deriva di modelli di capitalismo finanziario neomercantile che non spiegano una società nella quale lo 0,1 per cento della popolazione possiederà le macchine, lo 0,9 per cento le gestirà e il restante 99 per cento “giacerà nell’abisso della disoccupazione”. Pone una critica forte al nuovo ciclo economico politico ancorato al capitalismo anglosassone e renano, soprattutto nell’Unione Europea per la quale la lotta alla inflazione e al debito pubblico e quindi il rigore economico costituiscono i fattori fondamentali della crescita mondiale fino a diventare un nuovo totalitarismo per affermare il mercato in democrazia, disvelando un volto poliarchico e non democratico dell’assetto capitalistico mondiale. Tutto è stato imposto da poteri situazionali di fatto che si sottraggono alla visibilità. Avere posto al centro della organizzazione il denaro anziché il lavoro ha avuto conseguenze devastanti.

L’auspicio e la speranza di Sapelli sono quelli di un mercato sempre più temperato, di un nuovo ruolo dello stato imprenditore, della creazione di nuove forme di allocazione dei diritti di proprietà e in una riforma dei corpi intermedi e della organizzazione dei lavoratori. La deflazione ė stato il suggello monetario.

L’austeritá ha prodotto deflazione, disuguaglianze, esclusioni sociali, attacco alle conquiste sociali del Welfare.

Una indignazione attenuata della cultura capitalistica si è registrata verso gli interventi per le banche responsabili di dissesti finanziari. Esprime forti critiche al capitalismo finanziario che alla libera concorrenza sostituisce con un sistema di potenza imponendo bassi salari, abbassamento della spesa pobblica, distruzione di Welfare, controllo delle istituzioni europee.

Sapelli affronta con grande capacità di analisi il problema del lavoro qualificato in un sistema nuovo e complesso, stratificato dall’impatto delle tecnologie, di intelligenze artificiali come propagazione di un nuovo ciclo di Kondratief, di un nuovo corso della storia mossa da una onda propagatrice con effetti di decentralizzazione produttiva e distributiva su scala planetaria e l’affermazione della manifattura innovativa e dal controllo dei nuovi materiali, delle leghe e della metallurgia delle polveri. Il libro affronta la nuova filiera scientifico-tecnologica la contaminazione tra lavoro e tecnologia che porta inevitabilmente alla revisione della categoria dei lavoratori della conoscenza.

Nel capitalismo delle nuove macchine, il sindacato dei lavoratori rischia la decomposizione se non affronta la sfida della nuova frontiera.

Sapelli offe un messaggio di speranza laddove ritiene che l’unico modo per rispondere ai problemi del mondo industrializzato sia quello di ricostituire l’unita dell’uomo tra azione pensiero e spiritualità creando comunità a misura d’uomo.

E qui Sapelli affonda il pensiero personalista cristiano in Mounier Maritain e in quello comunitario concreto di Adriano Olivetti.

Di fronte ad un cambiamento antropologico del mondo industriale, la società della intelligenza richiede il personalismo comunitario puntando sul valore della persona e recuperando il legame tra intellettuali e popolo.

Roma, 22 Giugno 2018

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