GIUSEPPE SINESIO: una vita per la politica e la sua terra

GIUSEPPE SINESIO: una vita per la politica e la sua terra

(articolo di Paolo Cilona tratto dal giornale “La Sicilia/Agrigento e Provincia” del 18 Maggio 2021)

Oggi ricorre il centenario della nascita a Porto Empedocle dell’onorevole GiuseppeSinesio, uno dei quattro figli (Pasquale, Maria e Aldo) di una famiglia piccolo borghese. Il padre, era un laborioso commerciante, proveniente dalla vicina Cattolica Eraclea. Una famiglia assai conosciuta e ben voluta dalla comunità empedoclina.
Il piccolo Giuseppe dopo avere frequentato la scuola d’obbligo fu mandato a studiare ad Acireale presso il Collegio Pennisi, retto dai padri gesuiti. Si diplomó all’etá di 17 anni, anticipando di un anno il corso scolastico. Venne poi mandato a Milano, dove si iscrisse alla Facoltà di Chimica. Tra i suoi docenti il prof. Natta (inventore della plastica e Premio Nobel per la Chimica nel 1963).

Durante l’esperienza universitaria partecipò� in modo clandestino alla contestazione del regime fascista. Venne scoperto ed espulso da tutte le università italiane, ma grazie all’intervento di un amico studente che interessó la casa reale, fu riammesso a frequentare il corso di laurea.
Scoppiata la seconda guerra mondiale, il giovane Giuseppe venne chiamato alle armi ed assegnato al Corpo di Spedizione Italiano in Russia. La campagna si concluse amaramente per l’esercito italiano che riportò novantamila morti e cinquantamila congelati su un contingente di quasi duecentocinquantamila soldati. Di questa grave avventura bellica ne parlava spesso con i giovani, ricordando quei momenti di dolore e di disperazione, con le suole bucate sulla neve e con le numerose sofferenze subite durante la ritirata e che secondo lui Cristo gli stava accanto
alimentando la speranza di poter riabbracciare la famiglia lontano.
Si laurea presso l’Ateneo palermitano ed inizia ad insegnare presso il Liceo Empedocle di Agrigento. Tra i suoi più cari amici il giovane Andrea Camilleri che voleva apprendere da lui le tecniche dell’oratoria che costituiva la parte indispensabile del bagaglio del personaggio politico.
Nel 1948 fu eletto vice sindaco. In tale veste cominciò a confrontarsi con i reali problemi della città marinara.
Nel 1950 sposó la più giovane delle sorelle Sciangula, Carmela, appartenente ad una famiglia della imprenditoria empedoclina operante nel settore della pesca. Dal felice matrimonio vennero al mondo Pippo e Ketty.
Fu chiamato a svolgere attività sindacale da Enzo Lauretta. Nel 1951 prese il comando della Cisl, il più grande sindacato dei lavoratori cattolici. Come sindacalista promosse tutte le battaglie per il riconoscimentodei diritti a favore dei lavoratori incominciando dalle miniere di salgemma e di zolfo
presenti nel territorio agrigentino, per poi partecipare alle grandi lotte per l’occupazione delle terre per l’attuazione della riforma agraria.
Molta attenzione riservó ai problemi dei pescatori e dei marittimi, con il sindacato cominciò, con il compito di tutelare i lavoratori del mare.
Nel 1951, grazie ad una borsa di studio si recó a New York per partecipare ad uno stage organizzato dalla Fondazione creata dal Senatore americano Fulbright. Le borse di studio avevano il solo compito di agevolare gli scambi di idee e di cultura tra gli Stati Uniti e gli altri paesi del mondo tra cui l’Italia.
Un anno dopo dal suo ritorno dagli Stati Uniti sarà eletto sindaco di Porto Empedocle. La sua sarà una lunga sindacatura quasi ventennale fino al 1969 per poi proseguire dal mese di febbraio 1970 al mese di luglio dello stesso anno ed infine dal 1985 al 1989.
Alle elezioni politiche del 1953 venne escluso dalle liste della Democrazia Cristiana a seguito dell’intervento diretto di De Gasperi e di Scelba perché aveva idee troppo radicali e di sinistra. Idee che preoccupavano i dirigenti nazionali di allora della Dc. Ma questa delusione non minò il suo entusiasmo e la sua azione.
Dal 1958 e per otto legislature fino al 1992 fu deputato nazionale, ricoprendo la carica di sottosegretario. Per il sottile gioco politico, pur avendo la capacitá e la statura, non fu mai ministro, ma fece parte della direzione nazionale del suo partito. In verità Giuseppe Sinesio venne nominato ministro della Funzione pubblica nel IV Governo Andreotti, ma non andó a giurare, rinunciando all’incarico ministeriale perché era venuto meno l’accordo tra Donat Cattin (suo capo corrente) e il duo Andreotti-Moro che prevedeva per Sinesio il ministero dell’Industria. Rivestì la carica di sottosegretario al Tesoro, ai Trasporti, all’industria nei governi presieduti da Rumor, Colombo, Andreotti e Moro. Ricoprì inoltre, con autorevolezza ed impegno la carica di presidente dell’Ueo (Unione Europa Occidentale).

Assieme a Giulio Pastore, Donat Cattin, Vittorino Colombo, Guido Bodrato costituì la corrente di Forze Nuove.
Nel 1992 lasció la politica attiva per dare spazio al figlio Pippo, il quale pur avendo ottenuto un ottimo risultato elettorale non venne eletto deputato. Un risultato amaro per Giuseppe Sinesio, dovuto principalmente alla perniciosa conflittualità all’interno della sua famiglia dove il cognato Salvatore Sciangula, potente assessore regionale ai lavori pubblici non aiutó sul piano elettorale il nipote Pippo Sinesio. Sempre attivo sul piano parlamentare e negli organi nazionali del partito. Persona di grande umanità e punto di riferimento di tanti giovani impegnati nell’ambito della politica locale e regionale.
Fu Sinesio a scoprire e a sostenere sul piano politico tanti giovani come Salvatore Sciangula e Calogero Mannino. Furono tante le battaglie da lui condotte per dare al Comune di Porto Empedocle una prospettiva industriale. Infatti, grazie al suo costante interessamento e ai rapporti personali con la famiglia Pesenti sorsero gli stabilimenti della Montecatini, dell’Italcementi, della
Vertem, creando un’area di sviluppo industriale. Nel 1963 dotava l’area del porto di un piano regolatore con lo scopo di accrescere il movimento del trasporto marittimo.
Nel 1994 il Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro gli conferì la più alta onorificenza di Cavaliere di Gran Croce.
Si deve al suo impegno culturale la realizzazione a Porto Empedocle del monumento a Luigi Pirandello, in occasione del cinquantenario della morte del grande scrittore agrigentino, premio Nobel per la letteratura. Si spense all’età di 81 anni il 15 febbraio del 2002.

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