La riforma dell’Onu è ormai ineludibile.

La riforma dell’Onu è ormai ineludibile.

L’invasione dell’Ucraina da parte della Federazione Russa, con un effetto ritardato del “dopo URSS”, ha posto in evidenza la crisi dell’Onu come organizzazione internazionale in grado di fermare e risolvere i conflitti che vedano protagoniste le superpotenze.

I voti dell’Assemblea Generale rappresentano solo ammonimenti privi di efficacia con sanzioni morali di valore mediatico e nulla più.

L’Onu oggi riesce a esercitare un ruolo efficace solo nei conflitti locali o regionali con poteri di controllo e di comando laddove le superpotenze sono disinteressate ai giochi di guerra. Soltanto lì può riuscire a collocare forze di interposizione con azioni di peace-keeping che evitano frizioni e contatti bellici. Più complicata diventa la situazione laddove siano coinvolti direttamente o indirettamente gli Stati rappresentati nel Consiglio di Sicurezza che finisce per trasformarsi in un paralizzante Consiglio di Garanzia per se stessi.

Vengono travolti i principi di sicurezza e di autodeterminazione dei popoli.

Che fare? L’auspicio è quello di un Nuovo Ordine Mondiale che superi Yalta e tenga conto delle nuove superpotenze economiche non solo militari.

Una riforma dell’Onu che dia forza alla Assemblea è un modifica innanzitutto alla composizione del consiglio di Sicurezza, allargandone la presenza ai G20, o alle organizzazioni regionali continentali, eliminando in primo luogo il diritto di veto o introducendo il conflitto di interesse.

In presenza di uno stato in conflitto non si dovrebbe avere diritto di voto per le questioni che lo riguardano direttamente. La guerra di Ucraina ha dimostrato che l’accordo di Yalta è ormai lontano nel tempo e richiede un aggiornamento della Carta delle Nazioni Unite.

Se non si rispettano i valori dell’ordine internazionale non è obbligatorio stare nell’Onu che richiede cooperazione.

La Santa Sede proprio per il valore della sua azione diplomatica alla ricerca della pace e difesa dei diritti umani potrebbe assumere una iniziativa di grande significato per costruire una più aggiornata organizzazione delle Nazioni Unite.


Maurizio Eufemi

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