DC, un’eredità complessa
DC, un’eredità complessa: meriti e responsabilità della classe dirigente cattolica.
Maurizio Eufemi
Articolo comparso sul giornale online “Il Domani d’Italia” del 25 Gennaio 2024
Ieri è stato presentato un volume importante sulla storia della Dc di tre storici di chiara fama. Non posso esprimere un giudizio puntuale non avendolo ancora letto. Lo farò. Intanto mi limito ad alcune osservazioni su quanto ascoltato dalla diretta streaming dall’istituto Sturzo da un panel quasi monocorde: Andrea Damilano, Rosy Bindi e Marco Follini.
Intanto è riecheggiata nella sala per merito di Antonetti la domanda di un uomo intelligente come Ciriaco De Mita “perché è morta la Dc”?
Nessuno ha saputo dare risposte e forse sarà il tema di un nuovo volume.
Poi seconda considerazione, vengono riscoperti i meriti, postumi e tardivi della DC anche da chi l’ha avversata, combattuta e apprezzata solo ora che non c’è più.
Poi sono affiorate le tesi giustificazioniste sul fax di Martinazzoli. Come a dire la DC era già morta; nonostante avesse avuto nel 1992 ancora quasi il trenta per cento (29,9) dei voti di un popolo che partecipava al voto con percentuali considerevoli.
Il giustificazionismo di Damilano e Rosy Bindi si è spinto ad assimilare una Assemblea con un Congresso o un consiglio Nazionale dimenticando il significato delle regole statutarie. Dietro questa dimenticanza c’è l’assenza totale di riferimento al metodo democratico degasperiano che fin dai primi momenti di vita della Dc ne ha permeato l’esistenza fino appunto al momento del Fax.
Poi sembra di avere assistito a scene di alieni venuti da Marte quando Rosy Bindi oltre le solite litanie su Tangentopoli, sulle responsabilità del CAF, sul debito pubblico, sulle degenerazioni ha affermato che il Suo passaggio al Partito Popolare lo ha fatto da DC.
Una lettura più attenta delle vicende dal 1987 al 1994 dimostrerà con obiettività le riforme realizzate dalla DC sia sul piano sociale che fu quello economico e il coraggio nella tenuta del sistema anche rispetto alle scelte europeiste con Maastricht. La DC pagherà un conto elettorale a vantaggio della Lega proprio per avere perseguito politiche di risanamento finanziario.!
Sembra quasi che si assista ad una perdita di memoria sul sostegno ai governi Amato e Ciampi nell’opera di risanamento economico- finanziario.
Il parlamento degli inquisiti, come li definivano i detrattori, quelli della undicesima legislatura, avevano salvato l’Italia dal naufragio, lavorando sodo per raddrizzare il vascello, come scrisse ai deputati Dc Gerardo Bianco il 22 febbraio 1994 in chiusura di legislatura.
Per non dimenticare poi che il riferimento alla assemblea degli esterni del 1981 a Formigoni è palesemente sbagliato. Quella grande mobilitazione intellettuale di apertura alla società, ai mondi vitali, alle pmi, alla impresa familiare piuttosto che alla grande impresa, era sia a destra che a sinistra. Formigoni era nei 15 della Commissione degli Esterni, ma aveva già fatto le sue battaglie con il Movimento Popolare nelle Università e nella società. L’arretramento di 6 punti alle elezioni del 1983 non fu di certo per responsabilità di Carli! C’era stata la Presidenza Spadolini e la crescita del PRI. Potremmo dire la stessa cosa per Scoppola eletto nel 1983?
La appartenenza di Bindi alla DC era sempre poco convinta e desiderosa di un partito a sua immagine e somiglianza dimenticando che c’era un partito plurale con tutti i pregi e i difetti. E in partito che era territoriale mentre Ella fu eletta alle europee nella circoscrizione Veneta e non Toscana. Dimentica di aggiungere che non perdeva occasione per affermare una discontinuità con il passato. V’era chi voleva una rigenerazione in chiave “penitenziale”, di riscatto dal peccato, che poteva venire solo da una sorta di autoflagellazione e dalla separazione degli eletti ritenuti impuri come tentò di fare appunto Rosy Bindi nella prospettiva di un piccolo partito duro e puro.
Avviare processi sommari di condanne di intere esperienze storiche significava solo favorire la distruzione di culture e di formazioni politiche e scatenare ondate di populismo e di antipolitica come scrisse Bianco inascoltato e come è appunto avvenuto. Si è spinta al punto di imputare a Donat Cattin la responsabilità del Preambolo senza alcun apprezzamento per le politiche sociali e le conquiste per i lavoratori! Un Preambolo che ha assicurato stabilità e crescita della difficile alleanza, ma unica possibile con i socialisti. Ecco la differenza con Marco Follini è stata proprio su molti punti. Marco ha rivendicato con eleganza il passato del movimento giovanile e una storia, cosa che non fatto e non ha potuto fare Rosy Bindi.
Molte cose sono state volutamente dimenticate. Non una parola sul PCI legato all’Urss, non una parola sul miracolo economico e sulle riforme, non una parola sul Terrorismo e sull’album di famiglia dei compagni, che ha insanguinato l’Italia in una spirale di ricatti negli anni settanta e ottanta e che avevano l’unico obiettivo di colpire la DC.
Ci sono riusciti!
La letteratura brigatista è amplissima. E adesso è troppo tardi per i rimpianti. Tenetevi la destra – destra! E ricostruite se ne siete capaci!
Voglio chiudere con una citazione di Carli:
“In tutti i paesi industriali si è compiuta una rivoluzione nella distribuzione del reddito fra i gruppi sociali e si è compiuta pacificamente perché la funzione ridistribuiva è stata assunta dagli Stati”.