Franco Maria Malfatti nel venticinquennale della scomparsa.
Nei giorni scorsi è stato commemorato Franco Maria Malfatti nel venticinquennale della scomparsa. un grande personaggio politico che sapeva essere attento ai piccoli problemi della sua circoscrizione elettorale ( Rieti Terni Perugia) con le grandi questioni internazionali.
Non dimentichiamo che ė stato Ministro degli Esteri Presidente della Commissione Europea, Ministro delle Partecipazioni Statali, Ministro della Pubblica Istruzione nel periodo piū turbolento dei moti studenteschi. Portö avanti la riforma degli organi collegiali portando le famiglie ad un piū forte rapporto e coinvolgimento con le istituzioni scostastiche.
Non si puö non dire che Rieti fece con il suo inpulso grandi passi sulla via della industrializzazione con grandi insediamenti produttivi, nonostante collegamenti difficili rispetto alle grandi arterie, di cui oggi c’è solo il ricordo nella memoria di chi ha vissuto quella stagione.
Il ricordo che ne serbo ė quello di un uomo di grande cultura che amava scrivere e prima ancora pensare. Un uomo riflessivo. Non si faceva travolgere dal quotidiano. Era lui che dettava il ritmo della giornata.
Ma voglio qui, oggi, ricordare quanto scrisse nel giugno 1981, quindi 35 anni fa, quando si poneva agli albori della globalizzazione il problema dei rapporti tra Europa, Stati Uniti e Giappone, quindi la competizione tra le tre grandi aree economiche.
Naturalmente oggi il Giappone è stato sostituito dalla Cina come importanza e dimensione.
Eravamo dopo il Tokio round.
“L’interdipendenza economica deve risolversi in cooperazione che se si é realizzata con effetti così positivi negli anni dello sviluppo rischia di arrestarsi o di risolversi nel conflitto economico negli anni della crisi. Ma se alla base del trentennale sviluppo economico vi ė stato il Free trade, sempre piū con esso nel futuro dovrà essere garantito e sviluppato il Fair trade.
Ė evidente quanto sarebbe grave sul piano politico e non solamente su quello economico, se si dovesse passare negli anni ottanta della cooperazione al conflitto economico,
…. basterebbe che si realizzasse simile nefasta ipotesi (pressioni sulla Cee) per provocare a livello mondiale gravissime conseguenze che si esprimerebbero fatalmente anche in accresciute tensioni tra le tre maggiori aree di cui si discute: il Giappone gli Stati Uniti e l’Europa, così si verrebbe a creare non solo un accresciuto disordine sul piano economico, ma si verrebbe ad aprire a livello planetario un nuovo grave destabilizzante problema politico”.