DOCUMENTO CDU SUL REFERENDUM COSTITUZIONALE

DOCUMENTO CDU SUL REFERENDUM COSTITUZIONALE

La civiltà dei popoli si misura sul grado di consapevolezza che i cittadini hanno sulle problematiche civili e sociali e sul grado di protagonismo che essi esercitano nel governo di tali problematiche.Più sono soggetti attivi nella determinazione delle scelte politiche e più elevano il grado della  democrazia dello Stato. In uno Stato che limita il potere dei cittadini nella elezione dei propri rappresentanti o nella iniziativa legislativa propositiva o abrogativa si può affermare che vi sia un deficit di democrazia.In uno Stato dove i poteri istituzionali sono bilanciati esiste un equilibrio istituzionale, mentre dove vi sia una prevalenza del potere esecutivo sugli altri poteri esiste uno squilibrio, che definisce un leaderismo supponente.In una democrazia l’autorità è il cittadino che delega il suo potere a rappresentanti liberamente scelti; il potere esecutivo è sempre sottoposto alla valutazione del cittadino, altrimenti si profila la figura del “despota” e si azzera la democrazia. La nostra opposizione alla riforma costituzionale è totale  La Costituzione Italiana prevede la revisione della Costituzione alla Sezione II del Titolo VI – Garanzie Costituzionali – e non la riforma costituzionale, inserendo la revisione nel Titolo VI a tutela dei Principi costituzionali e dei Valori ispiratori, i quali sono tutelati anche dalla Corte Costituzionale, prevista alla Sezione I dello stesso Titolo.La Costituzione Italiana prevede un sistema parlamentare e valorizza il ruolo dei cittadini e dei loro rappresentanti istituzionali; la Riforma invece limita i poteri parlamentari e li  accentra all’Esecutivo, creando un sistema leaderistico,  e non presidenzialista, senza che ci sia possibilità di equilibrio con il potere legislativo;La Costituzione prevede il bicameralismo, che teoricamente viene confermato dalla Riforma, ma riducendo il Senato della Repubblica ad un simulacro delle Autonomie locali, senza che vi sia un effettivo potere sul Governo, né una parità con l’altra Camera, ancorché a compiti differenziati. Inoltre solo nelle Repubbliche Federali è prevista una Camera degli Stati e l’Italia non è una Repubblica Federale.La Costituzione intesta al Presidente della Repubblica il potere di sciogliere le Camere; la Riforma, di fatto, dà al Presidente del Consiglio e al Partito che lo sostiene il potere di durata della Camera dei Deputati, lasciando al Presidente della Repubblica la presa d’atto della necessità delle elezioni anticipate.La Costituzione prevede un procedimento legislativo equilibrato tra le due Camere; la Riforma relega il Senato al rilascio effettuale  di pareri, senza alcun potere di modifica.La Costituzione prevede un potere legislativo per le Regioni e un potere amministrativo per i Comuni; la Riforma annichilisce tali poteri dando al Senato e riservando al livello nazionale le politiche di indirizzo e di programma di ogni materia. La pericolosità sociale di tale Riforma sta nel rischio evidente che tutto il welfare di competenza delle Regioni e dei Comuni verrà definitivamente annullato dalla programmazione nazionale, penalizzando le fasce più deboli dei  cittadini e scaricando la responsabilità sugli amministratori locali. La nostra opposizione alla Riforma è totale  Perché riteniamo che a fronte dei processi di globalizzazione, che procedono a tappe forzate verso l’accorpamento di ogni settore economico e finanziario, che prevede unità di governo e di gestione, oltre che di produzione standardizzante e omologante e la forte concentrazione del potere nelle mani di pochi individui, i sistemi di governo pubblici dovrebbero opporsi ad una trasposizione pubblica di tali metodi e dovrebbero garantire ai cittadini la massima capacità di espressione, nel rispetto dei fondamentali principi di democrazia, che hanno nel cittadino la prima e legittima fonte del potere del governo pubblico. La Riforma costituzionale, invece, mistificando l’idea di rinnovamento, la semplificazione dei processi, la riduzione dei costi, la necessità della politica e dei politici, disegna uno Stato alla stregua di una società per azioni, dove il Presidente del Consiglio è l’amministratore delegato e dove il Parlamento funziona come una assemblea societaria, dove basta il patto di sindacato di una minoranza per governare tutto. Perchè non è una riforma coerente con i principi europei in tema di sussidiarietá. Perchè il Senato delle Autonomie confligge con il principio di rappresentanza laddove la potestà legislativa del Nuovo Senato resterá per la revisione costituzionale, per materie di legislazione ordinaria e sull’impatto delle politiche dell’Unione Europea sia nella fase ascendente che discendente.  Siamo contro la Riforma, vogliamo rottamarla votando NO

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