Il Governo vuole imporre la legge elettorale nonostante tutto. Il tutto sta nel dissenso interno del PD, sta nel restringimento dell’area delle forze che ne sostengono contenuti e finalitá, sta nello squilibrio tra consenso elettorale effettivo del 2013 e rappresentanza elettorale; sta nella rottura di quella coalizione formata da PD e Sel che aveva determinato il premio sul Porcellum. Tutto è dunque mutato e di ciò occorre prendere atto. Le modifiche apportate all’italicum sulle soglie di ingresso in Parlamento e per il premio di maggioranza non risolve il nodo di fondo relativo al principio di rappresentanza deformato da collegi troppo grandi e da candidature plurime. Non si vuole prendere in considerazione neppure la possibilitá di ridurre da 10 a tre le pluricandidature come era nella legge elettorale del 1957. Nè si vuole tenere in considerazione la opportunitá di dare il premio di maggioranza alla coalizione piuttosto che al singolo partito, dimenticando che vi potrebbe essere il rischio non sottovalutabile che al secondo turno possa vincere il partito perdente al primo turno, coagulando le forze elettorali eterogenee, le più disparate, determinando non stabilitá del sistema, ma una pericolosa fragilitá.La sinistra definì “legge truffa”, quella proposta da De Gasperi, nonostante il leader democristiano avesse ottenuto il 48,5 per cento alle elezioni politiche del 1948 e disponesse di una maggioranza parlamentare del 60 per cento di voti veri, proporzionali, con un corpo votante del 92 per cento.Domenica scorsa anche Scalfari ha ammesso che non fu legge truffa. ” Fu chiamata legge truffa, ma non lo era affatto; dava un premio al partito o alla coalizione che aveva ottenuto il 50,1 per cento dei voti. Con l’Italicum c’è proprio il rischio paventato da De Gasperi di trasformare la minoranza in maggioranza. Sarebbe appunto un tradimento della democrazia.C’è da solo da sperare che nei prossimi giorni, le forze di più forte soliditá e cultura democratica sappiano con senso di responsabilitá, mettere in campo le azioni politiche e parlamentari per impedire l’approvazione di una legge elettorale che non guarda al funzionamento del sistema istituzionale del Paese, ma ai benefici di una singola forza politica. L’accordo tra PD e Ncd non ha quella soliditá indispensabile a dar vita a una nuova legge elettorale.Non v’è neppure tra le forze politiche rappresentate in Parlamento, quel fruttuoso compromesso realizzato sul Mattarellum così come ha ricordato Giorgio Napolitano proprio oggi. Roma, 13 aprile 2015 Maurizio Eufemi |