Renzi fa appello all’unitá del PD

Renzi fa appello all’unitá del PD

In una settimana pirotecnica che ha visto il vertice Nato, le polemiche su Cernobbio, lo scontro sul blocco contrattuale della PA, le tensioni con il comparto sicurezza, la polemica di Rosy Bindi sulla selezione della classe dirigente, il Segretario del Pd ha chiuso i lavori della festa del partito a Bologna con un appello all’unitá. Al vertice Nato Renzi ha riferito di avere accantonato il paper dell’ambasciatore per fare una riflessione politica. Immaginatevi la scena: i partner dell’alleanza hanno chiesto di aumentare sul 2 per cento le spese militari!
Quei vertici non sono come le direzioni del Pd. Rosy Bindi ha posto il problema delle nomine dei Ministri per merito e non per bellezza. Siamo lontani dalle posizioni di Rosy Bindi ma non si può riconoscere che ha fatto battaglie politiche, condivisibili o meno ma i galloni se li ė conquistati sul campo. Ha posto coraggiosamente una riforma sanitaria che prevedeva il tempo pieno per i medici ospedalieri. Lo stesso non si può dire per molte nominate e cooptate sia di centrodestra che di centrosinistra.

Il Presidente del Consiglio si è reso conto delle difficoltá che deve fronteggiare nell’azione di governo nella previsione della revisione del Documento di Economia e Finanza e nella predisposizione della Legge di Stabilitá. La cessione di sovranitá indicata da Draghi può essere declinata in tanti modi. Può riguardare l’agenda dei provvedimenti, le relative prioritá in particolare, una accelerazione sul Job Act e sulla ristrutturazione dell’apparato pubblico nel segno della linea indicata da Bruxelles e da Cottarelli. Sono previste misure dolorose che richiedono un consenso ampio a cominciare dal suo partito. Di qui la sua apertura. Ma essa appare tardiva perchè proposta quando tutto è giá stato deciso e soprattutto quando la linea Renzi non può essere messa in discussione nelle scelte di fondo.
 C’è una immagine che da il senso di un alibi ricercato da Renzi. La sua presenza solitaria sul palco di Bologna. Ha rivendicato il successo delle europee. Tutta la classe dirigente fuori dal palco, collocati in platea, quasi a significare one man show.
Poi il patto del tortellino con i leader socialisti europei ha sugellato la collocazione internazionale del PD nella famiglia socialista, ma il piatto sará stato indigeribile per i tanti post democristiani del partito democratico.
Per molti esponenti del PD il problema non ė dare sostegno alla linea politica ed economica renziana, ma l’accettazione o meno del metodo renziano che cancella il dna del partito e lo fa diventare una altra cosa, quella che fino a ieri hanno sistematicamente avversato.
Roma, 7 settembre 2014

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