M.Tassone:   il nuovo simbolo del CDU

M.Tassone:   il nuovo simbolo del CDU

Il Consiglio nazionale del CDU ha scelto all’unanimità il nuovo simbolo del partito, raccogliendo indicazioni e valutazioni,attraverso un sondaggio durato più di un mese, di iscritti e simpatizzanti.

Il Consiglio nazionale presieduto dal Senatore Iervolino si era aperto con una relazione del Segretario nazionale del Partito Onorevole Tassone, sull’attuale situazione politica del Paese, confermando le decisioni congressuali che vedono il CDU come un punto di riferimento per una vasta area di formazione politica, culturale, liberale laica e riformista accomunata da un impegno di difesa dei principi della democrazia e libertà del nostro Paese. Non ci possono essere scorciatoie per risolvere i problemi economici. In particolar modo, il Segretario ha affermato che il paese non attende riforme costituzionali che compromettono gli equilibri della democrazia e mettono in discussione il ruolo insostituibile delle rappresentanze democratiche. Legare la riforma del Senato della Repubblica alla vandea dei costi della politica piuttosto che ad una ridefinizione dei poteri del parlamentarismo è demagogico e fuorviante rispetto alla prospettiva di creare istituzioni efficaci ed efficienti che diano risposte ai cittadini ed è un atto di affievolimento della “demos-kratia”.Le grandi questioni su cui bisognerebbe operare sono la modifica dell’articolo 81 della Costituzione,  riportandola alla sua stesura originaria e quindi eliminando il pareggio di bilancio,  la soppressione  di gran parte delle authority indipendenti,  un’anomalia,  una dispersione di risorse enorme e con assolutamente nessuna utilità sostanziale, il ripristino dei controlli reali sulle regioni e  sui comuni,  la riforma della elezione dei Presidenti delle Giunte regionali e dei Sindaci,  con la previsione della sopravvivenza  degli organi assembleari anche in presenza delle dimissioni di Presidenti di giunta e Sindaci,  una lotta reale all’evasione,  una rivisitazione della struttura dell’articolazione delle competenze della Corte dei Conti,  una politica per il credito attraverso un impianto che controlli gli  istituti bancari impegnati alla raccolta di liquidità e scarsamente propensi ad aiutare le attività produttive,  una politica di reale risanamento economico,  abbattendo i  monopoli delle aziende municipalizzate, di  enti del parastato che sfuggono ad ogni più  elementare controllo sul piano economico.  Una forte spinta quindi per l’occupazione attraverso provvedimenti lineari e non complessi di difficile applicazione, con risultati quindi, nulli.

Roma, 30/7/2014

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