Il disastro dell’Udc
Finalmente ci sono riusciti. Ci hanno messo un pò ma sono riusciti nell’impresa di distruggere un partito. È quanto avvenuto con il congresso Udc all’auditorium della Conciliazione trasformato in dissoluzione. Al di lá della vicenda della elezione del segretario riconfermato per una manciata di voti, che non ha avuto il coraggio di rimettere il mandato dopo i disastri politici ed elettorali di questi anni, emergono le macerie lasciate sul piano politico. Come valutare diversamente la rottura operata con i popolari per l’Italia sulla vicenda del governo Renzi. Viene sacrificato il Ministro della Difesa Mauro per lasciare spazio a Galletti esponente del cerchio magico bolognese, in nome di chissá quale competenza ambientale. Viene sacrificato il ministro D’Alia nonostante l’impegno profuso nella P.A e bruciato nella battaglia congressuale non per la persona in sè, ma perchè i delegati hanno visto tra i supporter della candidatura D’Alia l’ombra del leader che ritengono il responsabile principale della crisi politica esplosa in quel che resta dell’Udc. Come può pensare di ricomporre le fratture multiple?
Mario Tassone aveva indicato una strada intelligente.
Si è preferito l’arroccamento per conservare briciole di potere.
Resta un partito, l’udc, spaccato a metá, paralizzato nella linea politica e nelle linee di movimento per la diffidenza che ormai incontra con tutta l’area dei Popolari.
Noi del Cdu rivendichiamo libertà, perchè è stato tradito il patto fondativo del dicembre 2002. Il congresso del 14 marzo sará l’occasione per fare il punto e prendere decisioni importanti e conseguenti.
Siamo stati traditi nei valori e nei comportamenti.
Roma 23 febbraio 2014