Banche popolari: fallito tentativo riforma Parlamento, palla a Governo

Banche popolari: fallito tentativo riforma Parlamento, palla a Governo

(Il Sole 24 Ore Radiocor) Banche popolari: fallito tentativo riforma Parlamento, palla a Governo

Benvenuto: “Non c’e’ una posizione comune nella Commissione” –

E’ fallito il tentativo di riforma di iniziativa parlamentare delle banche popolari. La fumata nera e’ giunta dall’atteso incontro al Senato tra il vice ministro dell’Economia, Roberto Pinza, il presidente della commissione Finanze, Giorgio Benvenuto, e i capigruppo di maggioranza e opposizione. “Non e’ stato possibile avere una proposta della Commissione – ha detto Benvenuto – non c’e’ una posizione comune e quindi la parola passa al Governo”.

Benvenuto: “Penso che Esecutivo prendera’ un’iniziativa”

Bocca cucita, per il momento, da parte del vice ministro Pinza, che ha lasciato la riunione informale, che si e’ svolta nello studio del presidente Benvenuto, senza voler rilasciare dichiarazioni. Certo e’ che Pinza ha sempre sostenuto che se fosse fallito il tentativo parlamentare, il Governo avrebbe preso l’iniziativa. A questo punto l’Esecutivo dovra’ valutare il da farsi e, eventualmente, con quale strumento (decreto legge o decreto legislativo) far decollare la riforma delle banche popolari, che e’ stata sollecitata piu’ volte anche dal Governatore di Bankitalia, Mario Draghi. “Lo sforzo che era stato fatto – ha spiegato Benvenuto – non ha prodotto i risultati attesi, perche’ doveva essere un’iniziativa unanime e questo non e’ stato possibile. E’ stato comunque importante fare questa verifica chiesta dal senatore Eufemi. Il dato importante che voglio sottolineare – ha aggiunto – e’ che le opinioni sono trasversali, non c’e’ una posizione di maggioranza ne’ una di opposizione, ci sono proposte diverse nella maggioranza e opinioni diverse nell’opposizione. E’ stata quindi una discussione senza vincoli di coalizione. Per quanto mi riguarda, penso che la questione non finisce qui, la situazione e’ dinanzi agli occhi di tutti: ci sono dei problemi urgenti che richiedono un intervento. Praticamente termina qui il tentativo di trovare una soluzione nella Commissione. Non siamo stati capaci di trovare un’intesa, i problemi ci sono – ha concluso Benvenuto – ma penso che sia una questione che ora affrontera’ il Governo, che ha pazientato per un anno, ma che penso prendera’ l’iniziativa”. Amm

E l’Esecutivo si prende una pausa di riflessione

“Ora il Governo ha le mani libere, cosi’ come i singoli gruppi parlamentari”, ha spiegato Benvenuto, secondo cui Udc, Lega e Prc hanno manifestato la volonta’ di innalzare dallo 0,5% all’1% il tetto al possesso azionario dei singoli investitori e al 3% quello per i fondi di investimento. Ma non e’ stato solo il tetto al possesso azionario a far arenare sulle secche la riforma ‘parlamentare’ delle popolari. Sulle soglie sono state si’ registrate le divergenze della vigilia (il vecchio testo prevedeva rispettivamente il 3% e il 5%), ma la novita’ che ha portato alla definitiva rottura e’ stato il tentativo di alcune forze politiche di inserire aspetti che sembravano essere stati superati dopo il ‘naufragio’ del primo testo base di Benvenuto. All’incontro erano presenti oltre al vice ministro Pinza e al presidente della Commissione Benvenuto, anche Maurizio Eufemi (Udc), Paolo Cantoni (Fi), Paolo Franco (Lega), Antonio Girfatti (Dc per le Autonomie), Giuliano Barbolini (Pd), Salvatore Bonadonna (Prc). Pinza, secondo quanto riferito da alcuni partecipanti alla riunione, avrebbe preso tempo, senza anticipare le intenzioni del Governo, spiegando che ‘e’ stato impiegato un anno per esaminare questa iniziativa ed ora possiamo prenderci un momento di riflessione’. Un’iniziativa, quindi, che fino a ieri pareva poter decollare e che oggi ha subito invece una battuta d’arresto, forse definitiva. “Personalmente ero piu’ ottimista”, ha detto il capogruppo dell’Udc in commissione Finanze, Maurizio Eufemi: “Pensavo si potesse discutere sui numeri, sull’innalzamento delle quote al possesso azionario, e invece qui e’ in discussione il modello stesso delle popolari”. Le ipotesi di partenza, infatti, sono state rimesse in discussione a partire dalla distinzione tra banche quotate e non quotate in Borsa, che sarebbe stata proposta da Benvenuto, passando anche per le ‘fusioni trasformanti’, per arrivare alle assemblee a distanza. Ma anche se non si puo’ non prendere atto del fallimento del tentativo di riforma parlamentare, Eufemi non perde la speranza di poter fare una riforma che venga dalle Camere: “La riforma delle popolari la voglio, non voglio che la faccia il Governo, va fatta in Parlamento. D’altronde – ha concluso Eufemi – in politica tutto e’ possibile”.

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