Achille Ardigò: Poliedro con forte identità.

Achille Ardigò: Poliedro con forte identità.

Come definire questo importante personaggio �eclettico�?

La cifra eclettica

Un laico cattolico che ha testimoniato e vissuto come indivisibile il proprio impegno per l�evangelizzazione e la promozione umana attraverso livelli  creativi, successivi e diffusivi: ispirazione religiosa, interesse culturale (curvato sulla sociologia ) ed impegno civile (con forti incursioni politiche).

L’obiettivo del nostro articolo � quello di incrociare e tentare di unificare le varie dimensioni del suo ricco pensiero e della sua vita operosa: giornalista, accademico, soggetto istituzionale, politico, sempre in costante dialogo con la societ� civile del nostro Paese.

Infatti, la sua �cifra� emerge fino dall’et� giovanile. In lui l�impegno civile divenne subito culturale e presto politico, intersecandosi inestricabilmente  con la storia democratica e repubblicana.

Fede, cultura, politica

Nato in Friuli nel 1921, da una famiglia che, per la precoce morte del padre, era stata portata avanti dalla mamma, che riusc� a far laureare tutti i cinque figli, trascorse tutta la sua vita in Emilia-Romagna, particolarmente a Bologna. Qui Ardig� negli anni ’30 prese parte all’attivit� dell’Azione cattolica bolognese e dal 1938 specialmente alla vita della FUCI.

Dopo l�armistizio, infatti, gi� laureato in lettere e filosofia a Bologna, milit�, dal 1� settembre 1944, nella VI Brigata �Matteotti� col compito di staffetta. Nello stesso periodo  inizi� anche la sua attivit� giornalistica, curando la pubblicazione del quindicinale clandestino La Punta, organo dei giovani democristiani. Nel dopoguerra fu redattore del quotidiano cattolico L�Avvenire d�Italia e della rivista Cronache sociali.

Partecip� da protagonista, ancorch� non nella prima fila del potere di governo, a quelli che sono stati i momenti pi� importanti e pi� alti della oggi cosiddetta �prima� Repubblica, quella che potremmo, da storici, chiamare la Repubblica democristiana, capace, come dir� pi� tardi il professore, di creare una �nuova sintesi politica �.

Ardig� visse cos� l�et� degasperiana della Ricostruzione, nel doppio ruolo di studioso ed attore, a fianco di Giuseppe Dossetti. Partecip� alla stagione del centro-sinistra, come pensatore di punta accanto ad Aldo Moro. E, a partire dagli anni ’70,  fu ancora supporto culturale della leadership di Benigno Zaccagnini e di Aldo Moro, durante la drammatica stagione della �solidariet� nazionale�.

A partire da questo decennio, che lo vedr� sempre pi� protagonista del mondo accademico bolognese e nazionale fino a fondare l’ Istituto Nazionale di Sociologia, rallenta la sua presenza diretta nella DC, per poi lasciare il Consiglio nazionale del partito nel 1973. Scelta che comunque non lo far� allontanare dalla politica. Nel 1975, dopo la sua dichiarazione per il NO nel referendum del 1974 per l�abrogazione della legge sul divorzio, fonda la Lega Democratica con Gorrieri e Scoppola.

Collabor� con Tina Anselmi e Rosy Bindi nel settore sanitario. Fu vicino ai giovani cattolici democratici della Rosa bianca, partecipando alla scuola di politica di Brentonico e agli incontri della sinistra democristiana a Lavarone. Contribu�, insieme con Lazzati, Clemente Riva, Giuseppe De Rita, padre Bartolomeo Sorge, Domenico Rosati, Vittorio Bachelet e Giovanni Nervo, a preparare il primo convegno ecclesiale nazionale, indetto dalla Conferenza episcopale italiana (CEI), sul tema Evangelizzazione e promozione umana (1976).

Dal 1995 in poi, come intellettuale cattolico militante, sostenne dapprima l�esperienza politica di centro-sinistra de L�Ulivo (sfociata nel 2007 nel Partito democratico) e successivamente de I Democratici di Romano Prodi e del sociologo politico Arturo Parisi.

Gli anni �90 e l�inizio del nuovo secolo per Ardig� costituiscono un’ulteriore fase di studio e ricerca, focalizzati, in particolare, sulle nuove tecnologie e sulla loro applicazione in ambito sanitario, coerentemente con i ruoli ricoperti a CUP 2000 S.p.A. e all�Istituto Ortopedico Rizzoli.

La sua bussola per un intero secolo

In un suo articolo in Nuova Democrazia ( primi del 1945 ), riprendendo l’allocuzione natalizia del 1944 di Pio XII, Ardig� scrive: �Per un vero cristiano oggi non � pi� lecito credere alle possibilit� della rinuncia alla vita sociale. La tranquillit� e l’ordine saranno il frutto solo della nostra forte azione politica, severa verso gli opportunismi e la disonest� d’ogni condizione e gravezza�. E’ questo il suo sguardo lungo che accompagner� il suo pensiero e l’azione sociale e politica per tutto il secolo.

E ci piace fare un volo cronologico fino ad un’altra sua intervista, contenuta nel libro Professare la sociologia (pubblicata nel 2022 a cura di E. Minardi). In essa il professore offre un affresco ricco e di vasto respiro sul senso del mestiere di sociologo, dove spiega come la sua visione ponga sempre al centro la categoria di �persona�, rifiutandosi di abbracciare le derive normative e ideologiche oppure individualistiche, tipiche di alcune importanti tradizioni del pensiero sociologico.

Questa visione influenzer� sempre la sua produzione editoriale, ma costituir� anche la filigrana delle sue innumerevoli conferenze e corsi di formazione. Nell’intervento che terr� a S. Pellegrino nel 1961 emerge una simmetrica filosofia applicabile allo Stato: �Ma quale tipo di Stato? Ecco il problema. [�] Lo Stato moderno, che, sul modello inglese assume la libert� come proprio fine � uno Stato in crisi perch� il vero fine dello Stato deve essere la felicit� umana, il bonum humanum simpliciter e tale finalismo deve essere deliberato e programmatico; non astratto ed episodico�.

Il coraggio di capire il futuro

Ardig� fu infaticabile promotore, divulgatore, teorico e ricercatore scientifico sin dai primi anni Settanta. Fin dagli anni ’80 � sempre pi� forte in lui l�interesse per le tecnologie. Per questo � uno dei precursori che analizzano il tema dell�intelligenza artificiale e quello delle nuove tecnologie dell�informazione e della comunicazione, con particolare attenzione per  la questione delle applicazioni informatico-telematiche a supporto delle fasce pi� deboli di popolazione.  La sua �lettura�  vede l’innovazione al servizio della promozione umana, per un continuo potenziamento e rafforzamento dei diritti di cittadinanza, verso nuovi modelli di servizi socio-assistenziali, sanitari e di welfare. Achille Ardig� � stato anche il fondatore della sociologia della salute, che la collega ad ambiente, famiglia, organizzazione del lavoro, comunicazione e tecnologie. E non ultima la dimensione spirituale.  Di questa materia egli fu non solo infaticabile teorico, ma ricercatore e divulgatore. In tale ambito ricopr� anche incarichi operativi nel campo delle istituzioni ( es, Presidente prima sezione del consiglio superiore della sanit� ).

Politica e trascendenza

Da sociologo Ardig� � stato sempre attentissimo sulla necessit�  di costruire la politica sul recupero dei valori all�interno di una comunit�. Sia per l’Europa che per l’Italia, come per tutto il mondo occidentale, percepisce che la vera crisi non riguarda solo o tanto i parametri economici e le relative implicazioni sociali. Il fattore critico pi� preoccupante  �  la progressiva frattura fra la gente e lo Stato, frattura che si � acuita esponenzialmente nel tempo. Il professore avvertiva con chiarezza che  la grande fiducia nella funzione architettonica e direttiva della politica negli anni ’50 e ’60  era un lontano ricordo.

Forse proprio per questo uno dei momenti paradigmatici scelti da Ardig� � la stagione del Concilio Vaticano II. �Lho vissuto al fianco di Dossetti � dice il professore in un’intervista a Repubblica del 2005. �Ero all�Avvenire. Fu la grande stagione della nostra vita, gravida di enormi energie spirituali. Ci invest� come un fiume in piena. Ricordo come fosse ora quando il cardinal Lercaro, con tono entusiasta e agitato, telefon� da Roma, alle tre di notte, a Dossetti che era il suo segretario: �Stanno succedendo grandi cose, venga subito, ho bisogno del suo aiuto

Franco Banchi

Ardig� non scorder� mai nella sua vita la frase che l��onorevole di Dio�, poi frate di Monte Sole e suo maestro, gli consegner�:�Per un credente la politica � pensabile solo se illuminata dalla trascendenza�.

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