Il PD con Renzi segretario

Il PD con Renzi segretario

Noi non siamo del Partito Democratico

La slavina di Renzi si abbatterá sul Partito Democratico. Vengono enfatizzate elezioni primarie che sono affidate alla autodisciplina dei partiti, perchè non vi sono controlli certificati. Emerge la diversitá del risultato tra voto degli iscritti e quello “aperto” di ieri. Quasi a significare che gli iscritti sono marginali rispetto al risultato determinato sulla spinta dei media grandi sostenitori del cambiamento. I gruppi di potere vogliono la semplificazione del sistema e hanno agito per raggiungere l’obiettivo. Basti guardare al ruolo decisivo giocato dai grandi giornali e dai network.

Il neo segretario del PD è salito sulla tolda del comando della nave con scelte simboliche come una squadra che compone la segreteria under 35, quindi improntata al giovanilismo e 7 donne su 12 per sottolineare la questione di genere.

Il PD è nato dalla fusione di due esperienze quella postcomunista e quella post democristiana. Probabilmente dopo le primarie di ieri non resterá nulla di tutto ciò. Il PD conteneva nella sua essenza due parole, ” partito”, inteso come luogo di incontro e di aggregazione e ” democratico”, inteso come metodo di elaborazione della linea politica.

Non sappiamo se Renzi saprá rispondere alle attese del PD come lo abbiamo conosciuto in questi anni. Interpreta con forza il leaderismo, la personalizzazione della politica, il decisionismo che possono confliggere con l’articolazione interna del Pd. Il modello del sindaco di Italia somiglia più a quello del Podestá, intesa come suprema autoritá di governo, del Paese che con a quello di un Presidente espressione di una Repubblica parlamentare.

Sono tutte cose che abbiamo rifiutato e che rifiutiamo, così come abbiamo fatto con il berlusconismo. Non siamo sostenitori del renzismo post berlusconiano. Il carro è giá sufficientemente carico. Piuttosto ci sembra di rivedere l’immagine del carro demitiano su cui salì nei primi anni ottanta gran parte della DC.

Non ci piace la disattenzione su certi temi di ordine etico e antropologico. Non ci convincono le idee economiche e le proposte di riforma istituzionale. Ė più alla ricerca del facile consenso attraverso formule spot che non alla elaborazione e soluzione di problemi complessi. È un grave errore considerare Renzi un ex democristiano. Non lo è mai stato. Nè vuole esserlo.

Crediamo che il Paese non sia alla ricerca di suggestioni, ma di progetti politici seri.

Crediamo che per risolvere i problemi del Paese non ci sia bisogno di scorciatoie che sono sempre periolose, perchè vulnerano la vita democratica del Paese.

Noi siamo ancorati ai valori della dottrina sociale della chiesa, della democrazia quotidianamente partecipata, della democrazia parlamentare.

Veniamo da un’altra storia, che vogliamo ancora percorrere.

Roma, 9 dicembre 2013

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