Intervento sulla conversione in legge del decreto-legge  del 3 ottobre 2006, n. 262, recante disposizioni urgenti in materia tributaria e finanziaria, approvato dalla Camera dei deputati (Esame e rinvio)

Intervento sulla conversione in legge del decreto-legge  del 3 ottobre 2006, n. 262, recante disposizioni urgenti in materia tributaria e finanziaria, approvato dalla Camera dei deputati (Esame e rinvio)

COMMISSIONI 5ª e6ª RIUNITE 5ª (Bilancio) 6ª (Finanze e tesoro)

Interviene il senatore EUFEMI (UDC), il quale apprezza in premessa le osservazioni svolte dal relatore Benvenuto in relazione all’esigenza di rivedere le procedure di esame dei documenti di bilancio coinvolgendo maggiormente il Parlamento.

Viceversa, contesta la valutazione positiva dell’impianto complessivo della manovra, ricordando sia le critiche rivolte dalle parti sociali, sia il negativo giudizio delle società di rating sulla capacità dell’Italia di conseguire gli obiettivi di risanamento dei conti pubblici.

Dopo avere ricordato il pesante impatto che ha sulla struttura economica del paese la crescita dei tassi d’interesse indotti da un declassamento del rating, ritiene che l’assenza di interventi strutturali o il rinvio di riforme di sistema, come quella previdenziale, riveli la sostanziale debolezza della manovra. Nel complesso, infatti, le misure sul lato delle entrate prevalgono nettamente rispetto alla riduzione della spesa corrente e tale impianto ha giustamente ricevuto la critica circostanziata del Governatore della Banca d’Italia. In particolare, esprime forte preoccupazione per l’aumento del prelievo fiscale e parafiscale a danno delle piccole e medie imprese e di quelle artigiane, senza che tale atteggiamento vessatorio abbia una qualche efficacia sul fronte della lotta all’evasione fiscale. Su tale argomento l’oratore ritiene che solo una misura di forte incremento delle detrazioni fruibili dai contribuenti per gli oneri sostenuti, anche con una contemporanea riduzione dell’aliquota dell’IVA, possa innescare con efficacia il meccanismo a tutti noto del contrasto di interessi e rendere quindi conveniente ad una delle parti l’assolvimento dell’obbligazione tributaria.

Il disegno di legge finanziaria e il decreto-legge in commento affrontano la questione della lotta all’evasione fiscale con un impianto teorico e con analisi fondamentalmente errate, con un’artificiosa indicazione di classe media o di ricchezza che non coglie assolutamente la realtà socioeconomica del Paese. Inoltre, gli interventi proposti mostrano forte disomogeneità e non assumono come obiettivo fondamentale quello di dotare l’Amministrazione finanziaria, e la Guardia di finanza in particolare, di nuovi strumenti per combattere l’evasione fiscale. Dopo aver analiticamente commentato gli effetti sul bilancio dello stato e sui saldi finanziari per l’anno 2006 e 2007 della sentenza della Corte di Giustizia europea in tema di indetraibilità dell’IVA versata sui beni mobili ad uso promiscuo, ribadendo la contrarietà della propria parte politica sulle norme recate dal provvedimento in materia, rileva la forte asimmetria in termini tributari dell’ammortamento dei fabbricati acquistati o utilizzati con il leasing. A suo parere, infatti, appare necessario che il Governo dia un’interpretazione univoca delle norme introdotte specificando tra l’altro le procedure di calcolo dell’imponibile delle imposte ipotecarie e catastali in caso di acquisto dopo la scadenza del contratto di leasing.

Un’altra questione di grandissimo rilievo concerne la indicazione della decorrenza di molte innovazioni fiscali introdotte con il decreto-legge ovvero introdotte dal decreto-legge n. 223 del 2006. In particolare, si sofferma ad analizzare una serie di disposizioni che disciplinano il trattamento fiscale di operazioni aziendali a carattere ordinario e che quindi non possono avere decorrenza nello stesso anno di imposta in cui sono introdotte. D’altro canto, tale osservazione risponde all’esigenza di rispettare le prescrizioni dello Statuto dei diritti del contribuente. Dopo aver espresso un giudizio positivo circa le disposizioni in materia di trattamento fiscale delle stock options, sottolinea l’esigenza di specificare meglio le disposizioni concernenti l’applicazione di tale disciplina per le azioni negoziate nei mercati regolamentati. Rileva criticamente inoltre che non vi è coordinamento tra le nuove disposizioni in materia di stock options e quelle relative ad operazioni condotte da società di private equity. In materia di cessione di immobili abitativi, rileva come l’introduzione di un’aliquota del 20 per cento in sostituzione della previgente aliquota del 12,5 per cento, costituisce un sostanziale arretramento rispetto all’obiettivo di combattere l’evasione fiscale in tale settore.

Per quanto riguarda invece la materia delle concessioni autostradali, dopo aver sottolineato l’assenza di un indirizzo univoco della maggioranza, soprattutto in relazioni agli orientamenti emersi in sede comunitaria sulla fusione della società Autostrade con la società spagnola Abertis, rileva come le modifiche apportate al decreto-legge presentino concretamente il rischio di essere, a loro volta, oggetto di infrazione comunitaria. L’oratore non concorda poi con l’analisi svolta dal relatore Benvenuto circa il valore della riforma in materia catastale, poiché l’abbandono di criteri oggettivi e unitari gestiti a livello nazionale attraverso l’attività dell’Agenzia del territorio, apre certamente la strada a comportamenti differenziati tra comuni e comuni.

Soprattutto tale riforma prevede una revisione delle tariffe di estimo e di classamento che avrà conseguenze negative su tutti i proprietari degli immobili. Dopo aver ricordato le misure originariamente introdotte dal decreto-legge n. 223 del 2006 relativamente al rilascio dello scontrino fiscale registra criticamente un’inversione di orientamento nel decreto-legge in commento su tale materia. Conclude osservando come dalle considerazioni svolte emerga chiaramente l’assenza di un disegno strategico in materia tributaria in grado di affrontare con efficacia l’annoso tema di un rinnovato rapporto fisco contribuente.

Dichiara infine che la propria parte politica intende svolgere un’opposizione serrata nelle sedi parlamentari, nella convinzione di dover apportare numerose e necessarie modifiche al provvedimento.

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