Intervento Sen. Maurizio Eufemi al Convegno sul Pubblico Impiego
ene hanno fatto i promotori di questo incontro che vede la presenza del Presidente Fini e del Ministro Mario Baccini.
Noi non siamo tra quelli che si ricordano dei dipendenti pubblici solo in campagna elettorale.
Lo dimostrano la attenzione con la quale abbiamo seguito in questi anni i problemi del pubblico impiego dal nuovo assetto normativo, alla modernizzazione del sistema Paese attraverso una riorganizazione del lavoro e una semplificazione delle procedure, rendendolo così più competitivo, allo spoil system per rimediare i disastri di Bassanini, al prolungamento della permanenza in servizio fino a 70 anni in linea con Lisbona, le iniziative sulla indennità di amministrazione, fino all’ultimo successo personale, la norma che ha portato benefici diretti consentendo di equiparare l’imposta di registro per i mutui dei dipendenti pubblici. Cose concrete.
Certo ne rimangono altre da fare non meno importanti. Dalla riforma elettorale per le rappresentanze sindacali con il voto disgiunto tra candidati di comparto e firmatari accordo quadro fino alla dismissione ai comuni del catasto nazionale.
In particolare la stabilizzazione dei precari soprattutto nei beni culturali che di anno in anno vengono prorogati e quelli distaccati dalle Poste in vari Ministeri. Non ci sono costi aggiuntivi. Vogliamo difendere questi giovani senza diritti. Vogliamo fare qualcosa?
La stessa questione della vicedirigenza era un punto fermo del programma elettorale. Che abbiamo realizzata con molta fatica per la parte attuativa ma non dipendeva da noi.
Lo sanno bene quelli che hanno condiviso le nostre posizioni meno bene quelli che le hanno osteggiate, in nocciolo della RGS che sosteneva sempre che non c’erano risorse anche dopo che la legge risultata approvata. Non mi risulta che possano essere approvate leggi prive di copertura finanziaria!. Forse era solo un pretesto per chi non la voleva.
Abbiamo dovuto lottare contro la non cultura di certi nostri colleghi che vedono di dipendenti pubblici come nemici non come una risorsa del Paese., non come un investimento non come un peso.
Abbiamo restituito un ruolo pubblico ma non basta, perché 4.500 dipendenti pubblici su 100.000 sono rimasti privatizzati dalla Bassanini.
Vogliamo o no restituirli al ruolo pubblico al fine di evitare un mercato selvaggio che è indegno di un Paese civile e che invece deve guardare ad affermare una neutralità dei dipendenti pubblici nel rispetto degli articolo 97 e 98 della Carta costituzionale, elementi di trasparenza e di rigore morale.
Tre obiezioni a quanto è stato detto e fatto sulla Vicedirigenza.
Francamente non riusciamo a comprendere le ragioni di così vistosi ritardi nella non applicazione della legge. Lo abbiamo ricordato all’ex Ministreo Gazzella in tutti i modi possibili. Il governo ha avuto il coraggio di fare proposte per modificare il Patto di Stabilità.
C’è stata una aggressione di stampa rispetto alle ipotesi credibili, serie, ragionevoli del Ministro Baccini e del Presidente Fini.
Facciamo prevalere la politica ad incomprensibili irrigidimenti che avrebbero un costo sociale più alto dei benefici prospettati in termini di decimali anche perché i dipendenti pubblici non hanno avuto nessun aggiustamento speculativo dall’Euro.
Dobbiamo ringraziare i leader per avere avuto il coraggio per questa iniziativa alla vigilia di un voto amministrativo che assume riflessi politici, anche alla luce delle parole in libertà di Romano Prodi. . Per quanto mi riguarda posso ben dire di avere mantenuto gli impegni assunti, non senza fatica ma con la forza della ragione e di avere riscontrato sempre una disponibilità e un sostegno della categoria che non è mai venuta meno neppure nei momenti di forte disagio e che sono certo non verrà meno.