Dichiarazione di voto su decreto legge n. 350

Dichiarazione di voto su decreto legge n. 350

Presidenza del vice presidente FISICHELLA, indi del vice presidente CALDEROLI 

EUFEMI (CCD-CDU:BF). Domando di parlare per dichiarazione di voto. PRESIDENTE. Ne ha facoltà. EUFEMI (CCD-CDU:BF). Signor Presidente, onorevole Sottosegretario, onorevoli colleghi, il decreto-legge n. 350 si inquadra come indispensabile strumento di adattamento del sistema interno alla nuova complessa fase che si apre con l’introduzione della moneta sovranazionale. Il Senato non ha ritenuto di intervenire sul testo approvato dalla Camera, proprio per garantire la puntuale efficacia delle norme previste dal provvedimento, che riguardano non solo la pur importante questione del rientro dei capitali, su cui si sono “calate” le opposizioni, ma anche altre questioni di non minore importanza e bene evidenziate dalla puntuale relazione del collega Salerno. In particolare, è stata trovata soluzione alla questione delle scorte dei valori bollati con possibilità di cambio o di rimborso entro sei mesi dalla loro inutilizzabilità, evitando gravissime ripercussioni economiche sui soggetti coinvolti, e prioritariamente i rivenditori dei generi di monopolio. Viene riformato il meccanismo del capital gain rendendo indifferente la scelta fra regime del risparmio amministrato e quello del risparmio gestito, determinando la neutralità fiscale rispetto alle scelte dei risparmiatori. Vengono eliminati gli effetti distorsivi delle scelte fiscali dei Governi della sinistra sulla tassazione dei redditi di capitale reiteratamente modificate, e dunque di un meccanismo iniquo, e migliorata conseguentemente l’efficienza del mercato. L’equalizzatore era stato accolto da numerose e fondate critiche sia in ordine alla sua complessità di applicazione sia rispetto ai principi fondanti. Generale contrarietà era stata manifestata per i suoi effetti, giudicati paradossali, tra i quali la possibilità di un prelievo fiscale pur in presenza di una perdita al momento dell’effettivo realizzo legata all’andamento del valore del titolo nel tempo. A livello internazionale la tassazione delle plusvalenze realizzate avviene sulla base dell’effettiva realizzazione delle plusvalenze stesse. A fronte di tale uniforme regime fiscale e internazionale il precedente Governo aveva predisposto un coefficiente, chiamato equalizzatore, che di fatto sulla base di un’opinabile formula matematica tassava anche redditi mai realizzati. Con le disposizioni che riguardano il regime fiscale, la cosiddetta imposta sostitutiva sugli interessi, i premi e gli altri frutti delle obbligazioni, viene predisposto un sistema inteso ad eliminare adempimenti e difficoltà che hanno sinora scoraggiato i maggiori investitori istituzionali esteri dall’operare in misura significativa nel mercato obbligazionario italiano. Le modifiche introdotte sono tutte segno della possibilità di favorire gli investitori esteri a riversare nel mercato nazionale quelle risorse ritenute ormai necessarie per il rilancio degli investimenti e dell’economia nazionale. Il decreto-legge, quindi, si inquadra nel più vasto disegno governativo di apertura del sistema e tende a favorire quanto più possibile un afflusso di capitali che consenta quindi allo Stato di ridurre il costo del servizio del debito, che rappresenta oggi la posta di spesa più elevata del bilancio. Positivi effetti si avranno nel più generale mercato finanziario nazionale perché la maggiore offerta di denaro consentirà una riduzione dei tassi di interesse pagati dalle imprese che così potranno più agevolmente accedere al credito a costi più compatibili. Le critiche e i rilievi delle opposizioni, sia alla misura del versamento sulle attività finanziarie da rimpatriare sia sulla stessa scelta, sono apparse pretestuose per quanto attiene all’articolo 11, relativo al rientro dei capitali detenuti all’estero, perché non tengono conto che diversamente operando, così come si è fatto sinora, gli speculatori hanno continuato impunemente a detenere i propri capitali all’estero, con ciò sfuggendo non solo al fisco ma apportando danni all’economia nazionale che viene impoverita dal deflusso di tali risorse finanziarie. Tutte le disposizioni di carattere penale e valutario emanate dalla sinistra sono rimaste grida manzoniane, perché non sono mai state osservate né si ha notizia di speculatori ai quali sono state inflitte sanzioni per i loro comportamenti illeciti. In un mercato internazionale, aperto e con mercati commerciali all’interno dell’Unione europea che consentono il libero movimento delle merci e dei capitali è bene evidente che gli imprenditori sono stati sinora quasi costretti ad utilizzare sistemi di occultamento delle proprie attività. Respingiamo dunque quelli che riteniamo atteggiamenti farisaici che non tengono conto della realtà dei mercati, che ubbidiscono a leggi ferree che non possono essere compresse da inefficienti sistemi di controllo. Si tratterebbe, a detta della sinistra, di un’amnistia camuffata, di un surrettizio condono fiscale e previdenziale. Anche in questo caso sfuggono all’opposizione le reali motivazioni che sono alla base del provvedimento, che attengono soprattutto ed essenzialmente alla necessità di poter disporre di nuove risorse finanziarie per l’economia di un Paese moderno che guarda ai rischi ma anche ai benefici che ne potranno derivare alla crescita del Paese. Onorevole Presidente, onorevoli colleghi, con questo provvedimento si vuole ricreare nel Paese un clima di fiducia verso quegli imprenditori che hanno volontà di incrementare le proprie attività consentendo, attraverso un’azione sulla “filiera”, di produrre fiducia, legalità, investimenti e dunque un più generale sviluppo dell’economia, con benefici effetti sull’occupazione. Ridicolo appare il rilievo delle opposizioni, secondo cui con questo provvedimento si favoriscono le attività della criminalità organizzata. È appena il caso di ricordare che con le norme dell’articolo 17 e con le modifiche introdotte dalla Camera dei deputati sono state confermate le disposizioni in materia di antiriciclaggio che consentono quindi di identificare i soggetti che ritengono di poter usufruire di queste disposizioni. Con buona pace della sinistra, i criminali e i terroristi si guarderanno bene dal far rientrare i capitali in Italia, mantenendo le proprie attività in Paesi in cui l’anonimato è assoluto e senza deroghe di sorta. Va poi ricordato che dall’insieme delle audizioni svolte nel corso dell’indagine conoscitiva della Commissione finanze, che ha visto la partecipazione dei più importanti organismi impegnati nel contrasto al riciclaggio, non sono emerse preoccupazioni, ma l’efficienza dei presidi e della normativa, dunque un quadro rassicurante che deriva dalla consapevolezza che il provvedimento in questione tiene conto dell’esigenza di impedire che la procedura di emersione possa essere strumento per perpetrare comportamenti illeciti. La sinistra si è ancora una volta impegnata in una campagna mediatica sbagliata e deviante, riproponendo ciclicamente una fuorviante questione morale posta in essere per fare apparire un provvedimento politicamente così importante come finalizzato a coprire attività criminali e gli autori, in una sorta di falso moralismo che, agitando falsi ed incombenti pericoli, distoglie l’attenzione dell’opinione pubblica dai veri problemi della società italiana. Non accettiamo lezioni di moralità. GIARETTA (Mar-DL-U). È una porcheria autentica! EUFEMI (CCD-CDU:BF). Conclusivamente, non possiamo che esprimere un giudizio positivo sul provvedimento, che certamente avrà effetti positivi sulla finanza e sull’economia del Paese. (Applausi dai Gruppi CCD-CDU:BF, AN, LNP e FI. Congratulazioni).

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