Resoconto dell’intervento sulla BSE

Resoconto dell’intervento sulla BSE

EUFEMI (CCD-CDU:BF). 

Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, onorevoli senatori,

 il Governo Amato ha lasciato molte eredità, anche eredità istituzionali come il decreto-legge n. 199 oggi al nostro esame, concernente la proroga dei termini dal 31 maggio al 31 luglio 2001 relativa agli interventi per fronteggiare l’emergenza BSE. Si tratta di un’emergenza sanitaria ma anche economica e sociale, perché colpisce pesantemente un settore come quello zootecnico in tutta la filiera, dall’allevamento alla macellazione, ai macellai, fino ad interessare pesantemente il settore del trasporto. L’occasione odierna allora ci offre lo spunto per alcune considerazioni anche di carattere generale. Non va infatti dimenticato che l’annata agraria 2000 ha registrato una flessione dello 0,6 per cento rispetto all’anno precedente, unico settore in controtendenza rispetto alla crescita del PIL, ma offrendo al tempo stesso un contributo positivo all’inflazione. La ragione di scambio ha registrato un andamento negativo per la modesta crescita dei prezzi di base (più 1,2 per cento) e la ripresa sensibile dei prezzi dei prodotti e dei mezzi tecnici acquistati (più 2,5 per cento). Il valore aggiunto ai prezzi di base dell’agricoltura ha avuto una perdita di valore pari all’1,6 per cento, un trend negativo nell’occupazione (meno 54.000 unità rispetto all’anno precedente, con un meno 4,6 per cento che deve fare riflettere), ma assume anche un significato, ancor più indicativo, rispetto alla crescita nei settori industriali e del terziario, naturalmente dell’occupazione. Le difficoltà incontrate dal settore zootecnico sono state aggravate dall’allontanamento delle persone dal consumo delle carni bovine. Con la legge 9 giugno 1964, n. 615, e la legge 23 gennaio 1968, n. 33, sono state disposte le modalità di lotta per la eradicazione della tubercolosi bovina, alla brucellosi bovina e alla leucosi bovina enzootica, anche attraverso l’erogazione di indennità di abbattimento con fondi nazionali per gli allevatori. Con il regolamento della Comunità europea n. 2777 del 18 dicembre 2000, a causa della comparsa di nuovi casi di encefalopatia spongiforme bovina, la Commissione ha istituito misure eccezionali di sostegno del mercato anche attraverso l’acquisto, con cofinanziamento comunitario, dei capi bovini con età superiore a trenta mesi ai fini del loro abbattimento e conseguente distruzione della carcassa allo scopo di evitare cospicue eccedenze di prodotto sul mercato stesso.

Le finalità dei due interventi prima ricordati non sono similari né alternativi tra di loro in quanto rivestono un carattere sanitario le disposizioni previste per la lotta TBC, BRC e LBE e uno specificatamente economico quelle relative all’acquisto dei bovini con età superiore ai 30 mesi e che non risulta un doppio esborso a carico del bilancio comunitario. In questa fase di crisi del mercato delle carni bovine, causata dall’emergenza BSE, risulta difficoltosa la collocazione commerciale in genere dei capi bovini e, pertanto, riteniamo opportuno che gli allevatori possano usufruire di entrambi i benefìci ammessi dalle normative vigenti. Sono queste le ragioni per le quali avevamo sollecitato una proposta emendativa che per rilievi sul contenuto proprio del decreto di mera proroga non ne ha consentito l’esame. Ciò avrebbe determinato l’introduzione di una norma interpretativa, con maggiori elementi di indispensabile chiarezza rispetto alla riscontrata contrapposizione delle burocrazie del Ministero delle risorse agricole e forestali, favorevole alla cumulabilità degli interventi, e di quello della sanità, invece contrario, limitandosi quest’ultima all’indicazione dell’opzione più favorevole.

Abbiamo presentato, insieme ai colleghi Zanoletti e Borea, un ordine del giorno che va in questa direzione, di cui auspichiamo il pieno accoglimento da parte del Governo. È auspicabile inoltre che l’attuale Governo possa superare questo conflitto burocratico tra le amministrazioni dell’agricoltura e della sanità per poter determinare quell’intervento di aiuto e sostegno a un settore fortemente in crisi e che merita il massimo sostegno in questa fase; un sostegno che non è mero assistenzialismo ma solidarietà autentica verso un comparto che dignitosamente sta cercando di superare la difficile congiuntura economica di cui non ha responsabilità alcuna, essendo vittima di un sistema che ha le proprie origini oltre le frontiere del Paese. 

(Applausi dai Gruppi CCD-CDU:BF, FI e AN e del senatore Gubert. Congratulazioni).

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