Intervento su modifica alla normativa in materia di immigrazione e di asilo
Seguito della discussione del disegno di legge:
(795-B) Modifica alla normativa in materia di immigrazione e di asilo (Approvato dal Senato e modificato dalla Camera dei deputati) (Relazione orale)
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Eufemi. Ne ha facoltà.
EUFEMI (UDC:CCD-CDU-DE). Signor Presidente, onorevole Sottosegretario, colleghi, il testo al nostro esame giunge in terza lettura al Senato dopo le modifiche intervenute alla Camera e si avvia dunque alla definitiva approvazione. Ho posto l’attenzione, in Commissione prima e in Aula poi, esclusivamente su due questioni, una tecnica e l’altra politica.
La prima è quella relativa ai minori, che ha trovato parziale accoglimento alla Camera. La seconda, squisitamente politica, è quella relativa al recepimento dell’ordine del giorno dell’UDC relativo all’articolo 33 sull’emersione del lavoro irregolare, approvato appunto dalla Camera.
Pur apprezzando il lodevole sforzo compiuto in direzione di una maggiore tutela dei minori stranieri non accompagnati, abbiamo espresso la nostra preoccupazione sull’articolo 25, sugli effetti che potrebbe produrre tale disposizione.
La disposizione infatti verrebbe ad applicarsi ad una piccola porzione di minori presenti, senza invece risolvere la situazione della maggior parte di essi e con effetti di più preoccupante rilievo nel medio periodo. Vi è il rischio di un’immigrazione più precoce e dell’aumento di bambini stranieri non accompagnati, con gravi conseguenze sia rispetto alla tutela dei minori sia rispetto ai costi per la società italiana, in quanto l’assistenza e la tutela di minori infraquattordicenni implica costi nettamente superiori rispetto all’accoglienza dei ragazzi più grandi.
Comprendiamo pienamente la difficoltà di stabilire norme che tutelino i diritti dei minori stranieri entrati irregolarmente in Italia, senza, nel contempo, produrre un effetto richiamo. Temiamo tuttavia che porre la condizione dell’ingresso prima dei 14 anni non diminuirebbe in modo rilevante questo effetto richiamo. Sarebbe stato auspicabile tenere separati il problema del futuro da quello dell’esistente.
Per il futuro sarebbe stato preferibile ipotizzare un progetto superiore all’anno e quindi il termine attuale di tre anni non avrebbe dovuto essere ridotto ad un anno. Per il passato sarebbe stata preferibile una norma transitoria, che tenga presente tutti i minorenni entrati in Italia prima del 31 dicembre 2001 e che hanno seguito un progetto d’inserimento serio e continuativo.
Non si tratta di una sanatoria, perché non tutti i ragazzi entrati in Italia prima di quella data hanno questa caratteristica. Aggiungo ancora che i ragazzi di questo tipo hanno già fatto la loro scelta di rimanere fuori dal mondo della droga, della prostituzione e della delinquenza in generale. Questi soggetti, inoltre, hanno già sfruttato fondi pubblici e privati che verrebbero ad essere sprecati se dovessero rientrare nel loro Paese d’origine.
Riteniamo che una griglia così stretta così come quella prevista dei tre anni di permanenza e di due anni di percorso di recupero, non tenga nel giusto conto la reale situazione dei minori e il ruolo svolto dai servizi di assistenza, accoglienza e recupero.
Rispetto alle risposte, certamente cortesi, del sottosegretario Mantovano, riteniamo che non sia stata chiarita la possibilità di consentire l’esercizio di attività lavorativa a minori stranieri, titolari di permesso di soggiorno per minore età. Non è stato chiarito che la detrazione debba essere portata alla quota d’ingresso per l’anno solare successivo. Si rischia di fare una norma rigida, ma priva di una completa efficacia rispetto al significato più autentico, che sta nell’azione di solidarietà verso i più deboli, e all’esigenza di combattere le organizzazioni criminali sottraendo carne umana.
Per quanto attiene al recepimento dell’ordine del giorno relativo all’emersione di lavoro irregolare, la questione è divenuta essenzialmente politica, perché riteniamo che quel patto politico vada rispettato da tutti. La nostra coerenza e la nostra lealtà ci impongono di ritenerlo pienamente valido.
Abbiamo tenuto presente il problema dell’industria e dell’agricoltura italiana; come UDC, non abbiamo presentato emendamenti perché riteniamo che quel patto, al quale annettiamo grande significato, vada rispettato.
In tema di permessi abbiamo insistito affinché, inoltre, sia prevista una più forte semplificazione degli atti. Infatti, vi sono molte aziende che fin dal primo momento sono in grado di assumere lavoratori a tempo indeterminato, ma che sono costrette a richiedere i lavoratori stagionali, con tutta la trafila burocratica che ne discende, fino all’assunzione definitiva e sempre che il numero di quote, con i relativi squilibri territoriali che non ho mancato di sottolineare in Commissione, lo consenta.
Tale esigenza scaturisce direttamente dalle aziende, che hanno la possibilità tecnica ed economica di assumere lavoratori extracomunitari. Non dimentichiamo che questi ultimi, regolarmente avviati al lavoro, rappresentano un bacino di contribuzione non indifferente per il Paese. Insomma, abbiamo davvero bisogno che si faccia al più presto qualche cosa di serio e di concreto, liberando il tema dell’immigrazione da tutti gli orpelli derivanti dalla demagogia e dall’incapacità di osservare la realtà.
Dobbiamo evitare che persone che oggi lavorano nel sistema, già presenti in Italia, siano obbligate ad uscire dal nostro Paese e poi rientrarvi per poter finalmente accedere al posto di lavoro, con immani complicazioni per i datori di lavoro e per i lavoratori stessi. Perché non regolarizzarli, seppure in un distinto ma parallelo e contestuale provvedimento, insieme a colf e badanti?
È necessario presentare i dati e i fatti nella loro elementare crudezza per far risaltare l’incandescenza di questa situazione, che può bruciare la vita di molte aziende agricole e delle loro produzioni. È necessario opporre solidi argomenti ai sussulti demagogici per colpa dei quali il fuscello viene ingigantito dalla lente mediatica, mentre la trave che offusca la capacità di essere di aiuto al Paese viene ignorata.
Noi ritenevamo questa strada la più corretta, la più incisiva, la più efficace, la più rispondente agli interessi non della nostra parte politica, ma del Paese. Abbiamo cercato di far prevalere la ragione, cogliendo l’opportunità di questo provvedimento per affrontare i complessi problemi del Paese, che non possono essere né sottaciuti né dimenticati.
Nessuno più di noi vuole la pronta operatività di un provvedimento, come quello che regola l’immigrazione, fortemente auspicato. La nostra iniziativa legislativa è dell’inizio della legislatura, ben prima di quella governativa, a dimostrazione che è un tema da noi particolarmente sentito. Quello che noi abbiamo auspicato è un prodotto legislativo funzionale agli interessi della Nazione.
Ribadiamo con forza che la situazione richiede che non si determini un vuoto normativo che avrebbe effetti disastrosi e conseguenze penali sugli imprenditori e sui lavoratori, oltre che sulle imprese agricole e industriali. Ecco perché abbiamo insistito sulla contestualità tra approvazione della legge e intervento sul sommerso.
Siamo leali verso il Governo, verso il Parlamento, verso il Paese. Non abbiamo alzato nessun prezzo, abbiamo posto questioni serie, che meritano risposte serie. Abbiamo cercato di guardare ai problemi non con la lente deformata del provincialismo, dell’ideologismo o della speculazione politica, ma con la consapevolezza di coniugare rigore, fermezza e sicurezza nei confronti dei cittadini con i princìpi della solidarietà in una società aperta, globalizzata e multietnica.
Non vi possono essere leggi, muri, barriere in grado di fermare il movimento dei poveri, un movimento che sale nel Mediterraneo da Sud verso Nord e che richiede risposte coerenti e soprattutto europee.
Questo provvedimento rappresenta la realizzazione di un punto rilevante degli impegni programmatici della coalizione di centro-destra. Il risultato viene raggiunto in tempi rapidi, considerata la complessità della materia, e ciò è stato possibile per l’azione svolta dai Gruppi della coalizione che hanno valorizzato il momento del confronto e il Parlamento come sede della mediazione politica.
Mentre rivolgiamo un ringraziamento e un apprezzamento al relatore Boscetto e al rappresentante del Governo Mantovano per l’attento lavoro svolto, esprimiamo soddisfazione per l’impianto del provvedimento e per i miglioramenti apportati al testo originario, in particolare sulle colf e le badanti, sui minori, sui ricongiungimenti familiari, che con il nostro rilevante contributo, attraverso un confronto serio, approfondito, certo qualificato, a volte anche aspro, hanno determinato le condizioni politiche per giungere a quei risultati attesi che ci portano ad esprimere il nostro consenso al disegno di legge sull’immigrazione. (Applausi dai Gruppi UDC:CCD-CDU-DE, FI e AN).