Legge costituzionale per la cessazione degli effetti dei commi primo e secondo della XIII disposizione transitoria e finale della Costituzione
EUFEMI (UDC:CCD-CDU-DE). Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, senatori, siamo chiamati oggi alla seconda deliberazione del Senato, in terza lettura, sulla modifica della XIII disposizione transitoria, come previsto dal procedimento di revisione costituzionale.
Il Gruppo dell’Unione democratici cristiani, in coerenza con l’iniziativa legislativa assunta, esprimerà voto favorevole a tale modifica, rimuovendo una norma che ritiene antistorica.
Non aggiungerò molto alle considerazioni già espresse dal Gruppo UDC in occasione della prima lettura con gli interventi del capogruppo D’Onofrio e del senatore Forlani. Mi limiterò a richiamare le ragioni di un atteggiamento coerente con la nostra iniziativa legislativa, che risiede nella saldezza della Repubblica, nella forza dell’articolo 139 della Costituzione, nella forma repubblicana che non può essere messa in discussione.
Alla vigilia della prima deliberazione abbiamo preso atto della lettera scritta da Vittorio Emanuele e da suo figlio Emanuele Filiberto al presidente della Repubblica Ciampi. Si è trattato di un gesto che abbiamo apprezzato perché non sollecitato, né richiesto, né necessario, ma che, proprio per questo, ha assunto ancora più forza e significato, andando oltre l’implicito riconoscimento dei princìpi costituzionali. Tale lettera infatti esprime una posizione chiara, netta ed inequivocabile, togliendo ogni alibi a chi vedeva e vede ombre e pericoli; essa contribuisce ad eliminare ogni inutile e pretestuosa polemica politica su una decisione parlamentare che per noi rimane un atto di giustizia.
Da parte nostra non avevamo dubbi, come non li hanno le giovani generazioni cresciute nel dopoguerra. Auspichiamo ora una seconda e definitiva approvazione parlamentare che, nel rispetto del percorso costituzionale, determini le condizioni per la rimozione dell’esilio inferto ai discendenti di Casa Savoia e l’acquisizione, da parte degli stessi, dello status di cittadini italiani.
Per queste ragioni, essendo trascorsi i tre mesi previsti dal procedimento di revisione costituzionale, esprimiamo il terzo voto favorevole dei quattro richiesti dalla Carta costituzionale per rendere pienamente efficace la soppressione di una norma transitoria che, dopo 50 anni, rischiava di diventare definitiva e anacronistica.
Per tali motivi, il Gruppo UDC esprime il convinto auspicio che il Senato approvi la modifica costituzionale con larghissimo consenso, rendendola in tal modo ancora più significativa. (Applausi dal Gruppo UDC:CCD-CDU-DE e del senatore Pastore).