Interrogazione in commissione Finanze su Cirio-Bond
Al Ministro dell’economia e delle finanze.
Premesso che: nel gennaio 2001 sono stati collocati i Cirio-bond a tre anni per 150 milioni di euro; nell’aprile del 2001 200 milioni di euro a cinque anni pagavano solo un margine di 1,82 per cento sull’Euribor e dell’1,88 sui BTP, si chiede di conoscere: quali siano le valutazioni del Ministro in indirizzo sui pronunciamenti di professionisti del credito che hanno esternato meraviglia perché «qualcuno non si sia accorto in precedenza del rischio assoluto di questi bond»; quali siano le iniziative poste a tutela dei risparmiatori alla luce della vicenda richiamata che riguarda emissioni di titoli obbligazionari sottoscritte inizialmente da investitori professionali e quindi esenti dal prospetto e successivamente ricollocate a ignari risparmiatori; quali azioni intenda assumere per il rispetto di adempimenti che sono volti a proteggere gli intermediari ma non i risparmiatori che si vedono addossare i rischi di emissioni a sostegno di disinvolte operazioni finanziarie che fanno perdere ogni credibilità al mercato finanziario; se questi stessi professionisti del credito abbiano rappresentato alla clientela così gravi preoccupazioni; quale sia la dimensione di questo fenomeno nel sistema bancario italiano in considerazione del fatto che dalla stampa emerge che solo per il gruppo Cirio assume il rilievo di un milione di euro. (3-00721)
Il sottosegretario Maria Teresa ARMOSINO risponde all’interrogazione n. 3-00721 del senatore Eufemi facendo presente che le emissioni dei titoli obbligazionari del Gruppo Cirio sono state comunicate alla Banca d’Italia ai sensi dell’articolo 129 del decreto legislativo 1° settembre 1993, n. 385 e che la comunicazione prevedeva che i titoli fossero destinati ad investitori istituzionali. Le emissioni sono state valutate avendo riguardo alle finalità previste dal citato articolo 129 e sulla base dei criteri indicati nella delibera del Comitato Interministeriale per il Credito ed il Risparmio del 12 gennaio 1994. Esula invece dall’ambito dei controlli in questione la valutazione in ordine alla solvibilità dell’emittente. Per quanto concerne la tutela dei risparmiatori che hanno acquisito i citati titoli, osserva che i rapporti tra le banche e la clientela, relativi agli strumenti finanziari della specie sono inquadrabili nell’ambito della prestazione di servizi di investimento, ai sensi del decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58 (Testo unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria). Nel caso in questione, trattandosi di emittente non bancario, non trovano applicazione, secondo quanto previsto dall’articolo 23, comma 4, del citato Testo unico le disposizioni in materia di trasparenza delle condizioni contrattuali di cui al Testo unico bancario. Le questioni attinenti alla trasparenza e alla correttezza dei comportamenti degli intermediari nei confronti della clientela rientrano, ai sensi dell’articolo 5, comma 3, del Testo unico della finanza, nella competenza della Commissione Nazionale per le Società e la Borsa (CONSOB). In particolare, sentita la Consob, per quanto concerne i risparmiatori italiani possessori di obbligazioni emesse per il complessivo importo di 1.125 milioni di euro, precisa poi che 850 milioni di euro sono riferibili al gruppo Cirio Finanziaria e 275 milioni di euro alla Cirio Holding Spa, controllante della Cirio Finanziaria Spa. Sul punto precisa inoltre che i menzionati prestiti sono stati collocati sull’euromercato seguendo tecniche operative standard e attraverso offerte destinate ad investitori istituzionali. Da accertamenti preliminari effettuati dalla Consob a seguito delle notizie concernenti il mancato rimborso di un prestito di 150 milioni di euro in scadenza il 3 novembre 2002, si è configurata la possibilità che i prestiti siano stati collocati in parte presso clientela italiana sin dall’emissione o a breve lasso di tempo. Essendo molto numerosi gli intermediari, soprattutto banche, intervenuti a vario titolo nel classamento delle obbligazioni Cirio, sono state attivate e, sono ora in fase conclusiva, iniziative di vigilanza volte ad individuare gli intermediari maggiormente critici da sottoporre a specifici accertamenti, in funzione della verifica del rispetto delle norme sulla sollecitazione all’investimento (obbligo di prospetto) e delle regole di comportamento inerenti alla prestazione dei servizi di investimento (obblighi generali di diligenza, correttezza e trasparenza nell’interesse della clientela ed obblighi specifici a ciascun servizio). In particolare, nell’ambito di un’attività istruttoria che ha riguardato oltre 100 intermediari, ne è stata selezionata una decina nei cui confronti si stanno valutando ulteriori verifiche da effettuare. Si tratta in sostanza di verificare se i comportamenti degli intermediari intervenuti siano stati tali da comportare di fatto una sollecitazione all’investimento nei confronti della clientela in assenza di prospetto, come pure se, in relazione alla prestazione dei servizi di negoziazione, raccolta ordini e/o di gestione, siano state osservate le varie regole di condotta, fra cui quella relativa alla valutazione dell’adeguatezza o meno delle operazioni. Precisa, infine, come nell’ambito di tali iniziative di vigilanza, la Consob abbia mantenuto gli opportuni contatti con la Banca d’Italia. Un quadro della situazione e dati precisi potranno ottenersi al termine degli accertamenti, tuttora in corso. La Consob ha comunque proceduto, nei confronti della CIRIO finanziaria Spa all’esercizio dei poteri di cui all’articolo 157, comma 2 del citato Testo unico della finanza, relativamente all’impugnativa del bilancio d’esercizio e consolidato al 31 dicembre 2001. L’importanza del fenomeno è comunque all’attenzione del Governo, che sta valutando, anche su un piano più generale, le iniziative da intraprendere in ordine ad una più incisiva e capillare attività di controllo nel settore, al fine di prevenire disfunzioni o negligenze e garantire una efficace tutela dei risparmiatori.
Il senatore EUFEMI manifesta apprezzamento per le comunicazioni rese e le iniziative intraprese dal Governo ma valuta parziali le risposte fornite. L’azione in corso resta, infatti, a suo parere ancora insufficiente in quanto non tutti gli attori istituzionali coinvolti appaiono aver prestata tutta la opportuna attenzione alla questione, sulla base dei rispettivi compiti di vigilanza. Le conseguenze della vicenda nel suo complesso appaiono particolarmente gravi sia per i volumi finanziari che per le pesanti ripercussioni sui risparmiatori. La perdita di fiducia sulla convenienza di tali strumenti finanziari non potrà non riflettersi sulle possibilità di emissione di nuovi titoli e quindi sul reperimento di risorse finanziarie da parte del tessuto produttivo.