Interpellanza sulla Banca Popolare di Novara

Interpellanza sulla Banca Popolare di Novara

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca lo svolgimento di interpellanze e di interrogazioni.

Sarà svolta per prima l’interpellanza 2-00129 sulla Banca Popolare di Novara.

Ha facoltà di parlare il senatore Eufemi per illustrare tale interpellanza.

EUFEMI (UDC:CCD-CDU-DE). Signor Presidente, colleghi senatori, l’atto di sindacato ispettivo che abbiamo presentato come Gruppo è relativo alla cosiddetta fusione tra Banca Popolare di Novara e Banca Popolare di Verona. Rispetto al momento in cui abbiamo presentato l’interpellanza, sono avvenuti fatti nuovi di cui dobbiamo tener conto.

Il punto sul quale ci siamo soffermati è relativo all’ispezione della Banca d’Italia sui dati della Banca Popolare di Novara, sulla sua organizzazione e gestione finanziaria. Sarebbero emerse difformità di notevole entità: grandezze finanziarie corrispondenti ad un terzo del patrimonio della banca e al doppio dei suoi ricavi.

In seguito è stata avviata una trattativa e, in tutta questa fase, la Banca Popolare di Novara ha perso complessivamente 2.500 posti di lavoro, di cui 1.000 nell’anno 2001, compresi 700 finiti nel fondo esuberi dal 1° dicembre 2001; altri 1.000 esuberi sono preannunciati dal piano industriale della nuova banca.

Noi chiediamo di sapere se si ritenga che l’operazione di fusione sia in correlazione con le gravi contestazioni mosse dalla Banca d’Italia agli amministratori della BPN (la Banca d’Italia ha dimostrato di svolgere bene il suo ruolo di vigilanza in questo caso); se siano state date adeguate informative al mercato, ai soci della cooperativa e ai clienti, trattandosi di banche che erogano il risparmio; quali siano le valutazioni del Governo sulla trasparenza dell’operazione, rispetto alla quale sono stati posti numerosi dubbi ed interrogativi.

PRESIDENTE. Il rappresentante del Governo ha facoltà di rispondere all’interpellanza testé svolta.

ARMOSINO, sottosegretario di Stato per l’economia e le finanze. Signor Presidente, colleghi, con l’interpellanza in esame il senatore Eufemi pone quesiti in ordine alle risultanze degli accertamenti ispettivi di vigilanza condotti presso la Banca Popolare di Novara, ai provvedimenti assunti dalla Banca d’Italia e agli effetti della programmata aggregazione con la Banca Popolare di Verona sul patrimonio della citata Banca Popolare di Novara e sui suoi livelli occupazionali.

Premettiamo che la Banca d’Italia ha disposto una verifica ispettiva presso la Banca Popolare di Novara dal 9 novembre 2000 al 18 maggio 2001. Dagli accertamenti effettuati è emersa una situazione caratterizzata da significativi problemi nella funzionalità degli organi sociali, nell’affidabilità dell’organizzazione e dei processi operativi, nell’adeguatezza del sistema informativo-contabile e delle procedure di controllo interno, nonché in quelle di valutazione e monitoraggio dei rischi creditizi e finanziari.

In particolare, relativamente allo stato degli impieghi aziendali, le partite ad andamento anomalo sono risultate notevolmente superiori al dato medio del gruppo di riferimento.

In merito alle irregolarità rilevate, la Banca d’Italia ha avviato la procedura per l’irrogazione di sanzioni amministrative agli esponenti aziendali.

Nello stesso periodo, la Commissione nazionale per le società e la borsa ha disposto un’indagine presso la società di revisione PricewaterhouseCoopers SpA al fine di accertare le modalità di svolgimento dell’attività di revisione del portafoglio titoli della Banca Popolare di Novara, sia in sede di relazione semestrale al 30 giugno 1999 che in sede di bilancio al 31 dicembre 1999.

Valutati l’esito dell’ispezione e le deduzioni delle parti, la CONSOB, con delibera n. 13440 del 5 febbraio 2002, ravvisando gravi irregolarità nello svolgimento dell’attività di revisione, ha sanzionato la predetta PricewaterhouseCoopers SpA, ai sensi dell’articolo 163, comma primo, lettera a), del testo unico in materia di intermediazione finanziaria.

Contatti e richieste di informazioni sono inoltre intercorsi con la Banca d’Italia, al fine di acquisire ogni elemento utile per le valutazioni di competenza della CONSOB, in connessione agli accertamenti ispettivi condotti dalla stessa Banca d’Italia presso la Banca Popolare di Novara.

Per quanto concerne l’operazione di aggregazione tra la Banca Popolare di Novara e la Banca Popolare di Verona, si osserva che le banche hanno stipulato, nel novembre del 2001, un protocollo d’intesa e hanno approvato il relativo progetto di fusione nel corso delle assemblee straordinarie dei soci del 9 marzo 2002.

Il quadro di governance delineato dal progetto di fusione è volto a favorire la creazione di una salda unità di direzione e governo del gruppo e ad assicurare la rappresentanza delle attuali basi sociali delle due banche.

L’iniziativa si propone di dar vita a un gruppo bancario di dimensioni rilevanti in grado di rafforzare la propria dimensione competitiva nelle aree di business tradizionali, mantenendo un forte radicamento locale. L’aggregazione è diretta altresì a migliorare i livelli di efficienza, allineandoli con quelli dei migliori operatori del sistema.

La Banca d’Italia ha autorizzato, ai sensi dell’articolo 57 del decreto legislativo n. 385 del 1993 (testo unico bancario), la fusione, considerando che la medesima, oltre a realizzare un’importante operazione di razionalizzazione del sistema bancario, è apparsa in grado di migliorare i livelli di efficienza delle aziende interessate, con particolare riguardo alla Banca Popolare di Novara.

In questa occasione, la Banca d’Italia ha sottolineato la necessità che il piano industriale predisposto sia completato mediante l’elaborazione dei conseguenti progetti operativi e sia attuato nei tempi previsti, richiamando anche la necessità di prestare attenzione alla soluzione delle criticità emerse nell’ambito degli accertamenti ispettivi condotti presso la Banca Popolare di Novara.

Le società interessate alla fusione hanno adempiuto agli obblighi vigenti in tema di informazione al pubblico per le fusioni di società quotate, mettendo a disposizione del pubblico medesimo presso le rispettive sedi sociali, nonché presso la Borsa italiana SpA, il documento informativo predisposto in conformità alle disposizioni del regolamento CONSOB n. 11971 del 1999, e successive modifiche, in materia di emittenti, nonché la documentazione di cui all’articolo 2501-sexies del codice civile ed i bilanci dell’ultimo triennio.

Da ultimo, sia la Banca Popolare di Novara che la Banca Popolare di Verona hanno dato incarico ai propri consulenti (rispettivamente Mediobanca – Banca di credito finanziario Spa e Morgan Stanley & Co. Ltd.) di formulare un parere sulla determinazione delle condizioni finanziarie della fusione.

I periti, Arthur Andersen Spa per la Banca Popolare di Verona e Reconta Emest & Young Spa per la Banca Popolare di Novara, nominati ai sensi dell’articolo 2501-quinquies del codice civile, hanno ritenuto adeguati, ragionevoli, non arbitrari e correttamente applicati i metodi di valutazione adottati dagli amministratori su proposta dei rispettivi consulenti, per la determinazione del rapporto di cambio delle azioni previsto dal progetto di fusione.

EUFEMI (UDC:CCD-CDU-DE). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EUFEMI (UDC:CCD-CDU-DE). Signor Presidente, utilizzerò integralmente il tempo a mia disposizione, perché il problema è complesso e forse meriterebbe qualche minuto in più. In ogni caso, mi dichiaro parzialmente soddisfatto della risposta della sottosegretario Armosino perché, anche se con parole edulcorate, ha confermato la gravità di quanto avevamo posto all’attenzione del Parlamento. Scaricare le responsabilità sulle società di revisione mi sembra riduttivo rispetto alla complessità della questione. Sappiamo infatti che il problema delle società di revisione è di ampiezza mondiale, come dimostrato proprio dal caso Ernon, anzi, la legislazione italiana è forse più forte rispetto a situazioni come quella evidenziata dalla vicenda Ernon.

In ogni caso, rimangono i dubbi avanzati nell’interpellanza, così come rimane una situazione certamente difficile, che si è determinata proprio dai rapporti di concambio. Dovrebbe dire qualcosa il fatto che si sia partiti da un rapporto di concambio uno a uno e si sia arrivati ad un rapporto di 0,48.

Inoltre, in riferimento all’ispezione della Banca d’Italia, quali sono stati (questo non viene detto con sufficiente chiarezza) i provvedimenti assunti rispetto alle carenze gestionali, organizzative e strategiche registratesi in questi sei anni di conduzione della Banca da parte del professor Lombardini

Vogliamo sapere ancora, e su questo richiamiamo l’attenzione del Governo, come mai il patrimonio netto, rettificato dalla Banca Popolare di Novara, era superiore a quello della Banca Popolare di Verona (1.611 milioni di euro contro 1.440). Le relazioni di stima del rapporto di cambio redatte dalla società incaricata dalle due banche hanno dato un peso eccessivo alla redditività passata e prospettica delle banche medesime, che ha penalizzato fortemente la Banca Popolare di Novara.

Non si dice nulla rispetto al fatto che da questo progetto di aggregazione la Banca Popolare di Milano sia rimasta esclusa e che solo ora pensi ad un progetto industriale capace di raggiungere quella massa critica indispensabile a svolgere un ruolo adeguato al problema delle Popolari.

C’è un problema di localizzazione, di attività sul territorio, di prodotti finanziari che debbono essere comuni, ma soprattutto c’è bisogno di difendere il radicamento sul territorio, che è la forza del nostro sistema bancario, perché le economie di scala molte volte in questo sistema non funzionano, mentre le piccole banche si dimostrano più efficienti di quelle grandi.

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