Il fotovoltaico, l’eolico e le contraddizioni italiche

Il fotovoltaico, l’eolico e le contraddizioni italiche

La moda del green produce effetti devastanti e contraddittori. Se vi capita di fare un giro nell’alto Lazio e nella bassa Maremma potete vedere con vostri occhi la vastità di terreni di buona qualità sottratti alla agricoltura. Questo ragionamento può essere esteso ad altre località.

Stiamo parlando di eccellenze produttive ortofrutticole che vengo portate sui mercati del nord italia e in Francia e in Europa. Questi terreni vengono venduti a società straniere spesso spagnole che producono energia che viene acquistata dai consumatori italiani! Gli agricoltori di fronte a prezzi fuori mercato preferiscono diventare rentiers piuttosto che proseguire come imprenditori agricoli.

Un corto circuito produttivo. Vengono acquistati i terreni a ridosso delle linee di distribuzione perché partivano dai vecchi siti produttivi di energia. Trovano tutto predisposto e facilitato da ciò che è stato pagato dai contribuenti italiani attraverso la fiscalità generale. ! Non gli resta che predisporre gli impianti e attaccarsi alla rete. Un gioco facile a rischio zero!

A questa fiscalità generale spesso si aggiungono gli oneri di sistema!

Perché avviene tutto ciò? Per la miopia di amministratori locali che non guardano oltre il breve periodo e non sono consapevoli dei danni che producono all’intero sistema economico. A ciò va aggiunta la mancanza di un serio programma energico nazionale e le bugie raccontate sulla tutela dei prodotti agroalimentari!

Un conto è il green di autoproduzione e un conto il green di fotovoltaico senza un piano complessivo sul territorio. Ciò è aggravato dal fatto che non vengono ascoltate le popolazioni locali e valutati gli interessi che potrebbe essere fatto con referendum comunali allargati ai portatori di interessi che sono quelli che pagano le tasse!

Purtroppo i danni sono irreparabili perché quando si imbocca una strada sbagliata poi c’è la vendetta del mercato!

Manca una visione equilibrata dello sviluppo che spinge certo sul green autoprodotto sulla azienda agricola, sulla serra, etc etc.

C’è bisogno di energia ma c’è bisogno anche di terreni per le patate, per i finocchi, per gli asparagi, per i meloni, per i carciofi, per i pomodori etc etc.

Un conto è fare campi solari in zone desertiche e su terreni aridi, un conto è farlo su terreni fertili e produttivi.

L’energia è importante, ma i bisogni alimentari sono altrettanto importanti e non possono essere sacrificati sull’altare delle mode e di uno sviluppo non equilibrato, irrispettoso della storia del Paese.

L’Italia è un gioiello da preservare in tutta la sua interezza. Non esiste un posto che non sia bello e dal quale non sia possibile trarre ritorno economico nel rispetto drella storia e della morfologia del territorio.

Maurizio Eufemi

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