Il conventicolo del Gianicolo

Il conventicolo del Gianicolo

L’immagine televisiva della conferenza stampa del leader dell’Udc che va a ruota di Monti dopo il vertice dell’investitura del Gianicolo offre molti spunti di analisi. Casini rivendicando la leadership dell’udc e non solo, aveva ai suoi lati i deputati Libè e De Poli. Erano vistosamente assenti il segretario del partito Cesa e il Presidente Buttiglione, in particolare, tra i più forti sostenitori dell’agenda Monti. Curriculum e dna europeo potrebbero non bastare per superare gli esami di una severa verifica.

Si può diventare al tempo stesso rottamatori e rottamati.

V’era inoltre l’affermazione e la esaltazione del leaderismo e del partito personale in antitesi agli enunciati di Chianciano. C’era la rimozione del sistema duale e la delegittimazione dei vertici del partito, così come stabilito dai deliberati congressuali e che si manifesta concretamente attraverso il rispetto del metodo democratico ancora una volta messo sotto i tacchi.

Quale metodo si è affermato nella composizione delle delegazioni partecipanti al conventicolo del Gianicolo? Non sappiamo. Così come non sappiamo chi rappresenti che cosa! Quello che è emerso è stata la rottura clamorosa sulla lista unica che ha portato alla rinuncia del Ministro Passera sostenitore di una più forte novità elettorale rispetto ad una operazione di franchising che presenta forti rischi di presa sulla opinione pubblica. La lista unica avrebbe portato nudi i partiti strutturati alla formazione delle liste. La lista unica era sostenuta soprattutto da chi partiva da zero consentendo di guadagnare posizioni.

L’agenda non è stata scritta sul Gianicolo. Era un precotto, molto indigesto, privo di cure riabilitative per il Paese. La location semmai è diventato il momento della contrattazione, la prova di forza sui numeri, la difesa degli apparati. Era il momento di decidere chi dava le carte. È stata introdotta la nuova figura del valutatore etico come delegato del capocoalizione che esaminerá le candidature. C’è da augurarsi che in nome dell’ avanzante khomeinismo non si tralasci di verificare i vistosi conflitti di interesse.

Il metodo seguito appare preoccupante. I valori non negoziabili sono stati nascosti, accantonati in nome della alleanza tra laicisti e clericali all’ombra dell'”0nu de noantri” I problemi sono però solo rinviati. Siamo certi che riemergeranno dopo la tornata elettorale quando il momento della contrattazione ritornerá imperante per la chiusura dei conti.

Ha prevalso ancora una volta il cinismo elettorale e politico.

Roma, 29 dicembre 2012

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