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Non stravolgere la legge di stabilità

Non stravolgere la legge di stabilità

La situazione politica e parlamentare è precipitata quando un partito della maggioranza “strana” il PDL ha preso le distanze dal governo tecnico del Prof. Monti con un duro atto di accusa sui risultati di un anno della azione di governo per le conseguenze di scelte recessive. Il rigore iniziale non è stato accompagnato dalla crescita economica. Il controllo dei conti ha prevalso sulla politica economica in grado di promuovere sviluppo L’equità è rimasta lontana dagli obiettivi.

Le dimissioni “annunciate” dal Presidente del Consiglio dovrebbero essere formalizzate dopo la approvazione della legge di stabilità, che rappresenterebbe l’atto finale della legislatura. Si eviterebbe con tale gesto di responsabilità condiviso dalla maggioranza “strana” il rischio del ricorso all’esercizio provvisorio.

I tempi per l’approvazione della legge di stabilità possono essere ulteriormente e straordinariamente velocizzati nell’attuale passaggio al Senato e in quello definitivo alla Camera. C’è però un grave rischio. Quello di caricare la legge di stabilità di un sovraccarico normativo formato da quell’insieme di provvedimenti come il pareggio di bilancio, le deleghe fiscali, il decreto crescita, il decreto Ilva, il decreto province, che non troverebbe più spazio concreto per la approvazione definitiva.

C’è poi un rischio ulteriore ed è quello che vengano inserite nella legge di stabilità norme spurie, norme lobbistiche, perfino norme ordinamentali, estranee al contenuto proprio della legge di stabilità, travasate surrettiziamente dai singoli provvedimenti in quello finanziario.

Va evitato e respinto l’assalto all’ultimo treno per Yuma.

Il Presidente del Senato avrà un grande responsabilità nell’esercitare un controllo rigoroso nella fase parlamentare dei prossimi giorni per evitare uno scempio legislativo che non troverebbe giustificazioni. Il Governo tecnico, ormai privo di maggioranza, dovrà, da parte sua, evitare di avallare scelte pericolose che privilegeranno pezzi di maggioranza o poteri esterni al parlamento. Ecco nella situazione attuale, il Governo dovrà avere la forza e la responsabilità di evitare concessioni e di difendere quella neutralità che avrebbe dovuto essere la sua connotazione originaria senza colpi di coda finali che macchierebbero in modo indelebile l’Esecutivo Monti.

Roma, 10 dicembre 2012

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