Il fallimento di Todi e il ruolo dei cattolici

Il fallimento di Todi e il ruolo dei cattolici

Non vi è dubbio che il governo tecnico-presidenziale sta mutando lo scenario politico del Paese. Il governo dei designati ha sostituito il Parlamento dei designati. In nome dell’Europa ormai a due velocità e senza solidarietà, i tecnici si stanno affezionando al potere e in nome dell’emergenza finanziaria riterranno incauto lasciare le leve. Nuovi soggetti cercano uno spazio politico facile da conquistare attraverso una facile gestione del potere piuttosto che nel difficile percorso-passaggio del consenso elettorale.

Tutto ciò che era in movimento nell’autunno scorso è stato cancellato. La delusione è forte soprattutto sul fronte cattolico. Il Prof. De Rita con la consueta acutezza ha sottolineato gli aspetti sociopolitici, i rischi di una verticalizzazione del potere, la l’indebolimento fino alla cancellazione del ruolo e dell’azione dei corpi intermedi.

Il convegno di Todi sembra ormai lontano del tempo e si è dimostrato un autentico fallimento se ha prodotto i risultati che sono sotto gli occhi di tutti. Prima di tutto ha allontanato le spinte alla nascita di un nuovo soggetto politico che avrebbe dovuto rappresentare la vera autentica novità della fase rigenerativa dopo il fallimento del bipolarismo.

Si illudeva chi pensava che investiture cardinalizie fossero sufficienti per legittimare processi di sostituzione con nuove presenze politiche e per orientare il corso degli eventi. Non è stato così. Il processo politico è stato ingovernabile e gli effetti sono stati disastrosi. I designati hanno solo la forza di se stessi e non hanno la spinta di una azione e una presenza del movimento sottostante e dunque incapaci di incidere sulle questioni vere.

Si pensi alla vicenda dell’ICI per la chiesa cattolica che viene strumentalizzata al di là di ogni ragionevole intervento chiarificatore sull’area del no profit o sul divorzio breve. La fase difensiva sta portando all’autogol.

Con il governo tecnico tutto è possibile perché nessuno ha il coraggio di assumere responsabilità di fronte agli elettori e alle aree della rappresentanza.

C’è allora bisogno di superare rapidamente Todi e svoltare verso Camaldoli.

Roma, 5 marzo 2012

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