Lettera dottor Arpano
Ho ricevuto dal Dottor Antonio Arpano, economista e in passato dirigente bancario di altissimo livello, in relazione alla questione che ho posto sul finanziamento delle PMI e sul divorzio Tesoro – Banca d’Italia, le considerazioni che vengono riportate integralmente .
Carissimo Maurizio,
ho letto i tuoi ultimi comunicati stampa e mi sono soffermato particolarmente su due di essi e particolarmente su quello che riguarda i finanziamenti alle piccole e medie imprese e quello della manovra di Natale pericolosamente recessiva,argomenti entrambi da me vissuti in prima persona. Hai veramente ragione di richiamare l’utilità dei Mediocrediti Regionali, banche specializzate per il finanziamento a medio termine alle PMI che hanno dato un contributo notevole non solo per la creazione di nuove piccole imprese ma anche per la loro ristrutturazione, strumento finanziario di cui si sono avvalse le Regioni del Nord e del Centro Italia e di cui il Sud invece non ha potuto avvalersi, essendo stato terreno esclusivo del Banco di Napoli (sezione credito industriale) l’intero Mezzogiorno mentre per la Sicilia operava in via esclusiva l’IRFIS e per la Sardegna il CIS, istituti questi ultimi attivi solo per finanziamenti di importo elevato per imprese di grandi dimensioni (le c.d. cattedrali del deserto), al contrario dei Mediocrediti Regionali molto attivi per le PMI. Il Mezzogiorno ne ha risentito di questa sfavorevole situazione, da me illustrata personalmente al Ministro del Tesoro il quale mi disse che non poteva intervenire per la istituzione anche nel Mezzogiorno degli istituti di medio termine a carattere regionale, dovendo rimuovere decisioni che il CICR d’intesa con la Banca d’Italia aveva già preso molti anni prima. La mia dimostrazione dei risultati ottenuti nel resto d’Italia da parte dei Mediocrediti Regionali ha indotto il Ministro a rivedere la situazione per cui il CICR autorizzava la nascita di tali istituti anche in alcune Regioni del Mezzogiorno (Puglia, Abruzzi, Calabria),
provvedimento preso con moltissimo ritardo e in un momento di crisi per cui la loro operatività è stata dapprima condizionata dalla crisi ed in seguito sono scomparsi,come quelli del Centro-Nord, per effetto della privatizzazione delle banche. Ciò ha comportato per le PMI il venir meno di istituzioni specializzate che hanno contribuito allo sviluppo economico dei territori in cui operavano, trovandosi da quel momento di fronte solo interlocutori bancari “generici”.
Iniziative recenti, come i Confidi, non hanno prodotto i risultati sperati poichè le piccole imprese in particolare, che prima avevano come interlocutore solo l’istituto bancario ora si trovano ancora maggiormente in difficoltà con il ricorso ai Confidi se non hanno garanzie da offrire, costituendo questi consorzi un’altra barriera per ottenere il credito in quanto oltre al benestare per associarsi occorre dimostrare di essere in possesso anche di valide garanzie personali o reali. In conclusione, il Mezzogiorno non si è sviluppato anche per la carenza di strutture finanziarie e questa situazione è ancora in essere, come nel caso della costituzione della Banca del Mezzogiorno, per la quale avevo dato direttamente al Ministro del Tesoro fin dal mese di marzo 2005 la mia disponibilità a collaborare(gratis) per il benessere del territorio, mentre è ancora oggi in alto mare la sua realizzazione. Per quanto riguarda l’anticipazione straordinaria al Tesoro da parte del Parlamento ricordo di aver preparato una memoria per il presidente della Commissione competente, mentre pochi minuti prima della discussione alla Camera avevo illustrato a diversi deputati DC- incontrati in un ristorante dal nostro comune amico e da me- le motivazioni per l’approvazione della proposta presentata in via d’urgenza. Circa la questione del divorzio Tesoro-Bankit avrei molto da dire ma lo spazio non me lo consente. In breve si è traslata la questione del finanziatore di ultima istanza dalla Bankit alla BCE, problema oggi di attualità, per manifestare l’indipendenza e l’autonomia tra due istituzioni che, a mio avviso, ha portato alla gravissima crescita del debito pubblico.
Con i più cari saluti, Antonio Arpano.