La bocciatura del piano casa della Regione Lazio, in parti rilevanti ed essenziali, da parte dello stesso Governo Berlusconi, con pesanti rilievi di ogni genere non può essere liquidata in modo semplificatorio.

Oggi qualcuno si sente tradito per il giuramento sul piano casa in occasione del comizio di Piazza San Giovanni. Farebbe bene ad assumere un atteggiamento più responsabile. E’ una boccatura solenne che investe il Presidente Polverini, la intera Giunta e in particolare l’assessorato competente per materia. Semmai l’errore è avere erroneamente valutato quell’atto simbolico come definitivo in ragione della presunta solennità dell’impegno. Non è così. Si tratta di materie che attraversano l’ordinamento e le competenze di una pluralità di soggetti, dunque un percorso complesso che meritava adeguati approfondimenti e perfezionamenti prima del varo definitivo. Quello che appare incomprensibile è la mancanza di dialogo tra il governo e l’Ente Regione, fino a determinare un così grave corto circuito tra Regione Lazio e Ministeri competenti, in questo caso quelli dei Beni Culturali e ambientali. La vicenda dimostra come si sia tentato di forzare la mano, come se le norme a tutela dell’ambiente e del paesaggio, potessero esse disinvoltamente piegate a vantaggio di questo o quel gruppo di interesse. Qui non si tratta solo di un piano casa per le famiglie, ma di qualcosa d’altro che investe coste, montagne, fossi chiamando in causa gli interessi forti che sostengono direttamente e indirettamente la alleanza politica della Regione Lazio che rappresenta essa stessa una anomalia rispetto al quadro delle alleanze nazionali e locali, su cui bisognerà porre attenzione.

Gli interessi dei cittadini devono prevalere su tutto e prima di tutto.

Gli interessi pubblici devono prevalere su quelli privati. Solo così si realizza il bene comune.

Roma, 25 ottobre 2011