Autonomia politica e regionalismo

Autonomia politica e regionalismo

Il gesto delle dimissioni dell’On. Saverio Romano da segretario regionale dell’UDC assume un signficato che va oltre la pur forte motivazione di un cambiamento di linea imposto in periferia da parte dei vertici dell’UDC.

C’è infatti una ferita profonda che investe l’autonomia politica di una Regione che aveva conquistato lo Statuto speciale il 12 marzo 1946 prima della stessa Carta Costituzionale del 1948. Uno statuto voluto dai siciliani in contrapposizione ai separatisti del tempo.

I vertici dell’UDC nella formazione del governo tecnico Lombardo quater non solo non hanno tenuto in alcuna considerazione le posizioni politiche dei responsabili regionali, ma ha trattato la questione con metodi di gramsciana memoria, quelli del centralismo democratico piuttosto che la difesa dell’autonomia dei principi sturziani. Hanno avallato un “fritto misto” che non è espressione della volontà popolare.

Del resto Casini non ha avuto in passato molta sensibilità verso i principi autonomistici rivendicati dai siciliani dell’UDC. Durante la finanziaria del 1986 nella seduta in Commissione Bilancio in cui veniva cancellato di fatto l’articolo 38 delllo Statuto regionale, violandone l’autonomia finanziaria, in una lacerante e seduta notturna il capogruppo Giuseppe Sinesio si dimise per non essere complice di una operazione politica che ricordava i metodi sabaudi dell’annessione. Si raggiunse la parità dei voti in Commissione sugli emendamenti soppressivi. Casini si schierò per l’introduzione del famoso articolo 34 della fiannziaria 1986 che violava i principi di autonomia finanziaria dell’autonomia della Regione a Statuto speciale contenuti nell’articolo 38 dello Statuto stesso sanciti da legge costituzionale. Anche in quella occasione i deputati siciliani DC combatterono una battaglia politica guidata da Calogero Mannino e che ebbe larghi consensi anche in altri esponenti di diverse forze politiche.

Francesco Saverio Romano deve essere orgoglioso di un gesto che va nella migliore tradizione dell’autonomia politica e culturale della Sicilia.

Roma, 22 settembre 2010

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