Finalmente,
c’è chi avuto il coraggio di mettere in discussione la leadership di Pierferdinando Casini, la sua linea politica personalistica e ondeggiante nelle alleanze, prefigurando accordi trasversali sulle questioni etiche che cozzano contro una ispirazione profondamente sturziana degli uomini che difendono la storia della DC siciliana.
Lo fa Calogero Mannino, con intelligenza e serenità, con una analisi politica che non lascia dubbi rispetto a scenari futuri, facendosi protagonista di un gesto di rottura politica che assume il significato grande di farsi interprete dei malumori sempre più vistosi dentro la base dell’UDC.
Se a Casini viene meno il consenso della rappresentanza dell’UDC nel Mezzogiorno viene messa in discussione la essenza stessa dell’ UDC che finisce per essere uno dei tanti partitini. Altro che l’ambizione del partito della Nazione.
Se leggiamo bene le parole odierne di Mannino e di Francesco Saverio Romano si potrebbe staccare una slavina partitica e politica dagli esiti imprevedibili che potrebbe mutare lo scenario politico così come lo abbiamo visto fino ad oggi, allontanando i pericoli di una crisi di governo di cui il Paese non ha bisogno.
Roma, 13 settembre 2010