Le auto blu e la scoperta dell’acqua calda
Portare un modesto contributo di chiarezza sulla questione delle cosiddette auto blu e dunque sulla riduzione delle spese nella Pubblica Amministrazione non è difficile. Occorre andare solo indietro nel tempo e precisamente al terzo Governo Berlusconi 2001-2006 anche utilizzando la telematica. Oggi tutti vogliono sapere. E’ già scritto tutto o quasi tutto. E’ sufficiente andare sul sito del Senato (Doc. CCXXVIII n. 1) e su quello del Parlamento. Basta semmai aggiornare i dati. Il problema semmai è sapere cosa è stato fatto e cosa non è stato fatto rispetto a precise norme di legge anche rispetto all’aspetto sanzionatorio. Si perché la legge era precisa.
Già nel 2004 mi feci carico con grande anticipo rispetto ad un fenomeno che interessa oggi l’opinione pubblica e i molti che sembrano scoprire l’acqua calda. Presentai un emendamento in Finanziaria 2004 quella che sarebbe divenuta la legge 30 dicembre 2004 n. 311. La norma proposta era troppo incisiva e penetrante per essere approvata nella versione originale. Il Presidente della Commissione Bilancio Sen. Azzollini operò una sapiente mediazione che portò ad un testo che prevedeva un decalage triennale più mordibo e meno traumatico , ma pur sempre una riduzione progressiva del 30 per cento delle spese nell’acquisto, noleggio e manutenzione delle autovetture delle pubbliche amminstrazioni. La norma così recitava nei commi 12 e 13 dell’articolo 1: 12. Per ciascuno degli anni 2005, 2006 e 2007, le pubbliche amministrazioni di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, non possono effettuare spese di ammontare superiore rispettivamente al 90, 80 e 70 per cento della spesa sostenuta nell’anno 2004, come rideterminata ai sensi del decreto-legge 12 luglio 2004, n. 168, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2004, n. 191, per l’acquisto, la manutenzione, il noleggio e l’esercizio di autovetture. Ai fini di cui al primo periodo, le medesime pubbliche amministrazioni sono tenute a trasmettere, entro il 31 marzo 2005, al Ministero dell’economia e delle finanze – Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato una relazione da cui risulti la consistenza dei mezzi di trasporto a disposizione e la loro destinazione. In caso di mancata trasmissione della relazione nei termini suddetti, le pubbliche amministrazioni inadempienti non possono effettuare, relativamente alle spese di cui al primo periodo, pagamenti in misura superiore al 50 per cento della spesa complessiva sostenuta nell’anno 2004. 13. Sulla base di effettive, motivate e documentate esigenze delle amministrazioni competenti, il Ministro dell’economia e delle finanze puo’, con proprio decreto, stabilire che le disposizioni di cui al primo periodo del comma 12 non si applicano alle spese sostenute da specifiche amministrazioni. Contestualmente alla loro adozione, i decreti di cui al primo periodo, corredati da apposite relazioni, sono trasmessi alle Camere.
Con la disposizione di cui al comma 14 poi si prevedeva che ” 14. Entro il 30 giugno 2005, il Ministro dell’economia e delle finanze trasmette alle Camere una relazione concernente lo stato di attuazione degli interventi di cui ai commi 12 e 13 in cui si evidenzino i risultati conseguiti in termini di riduzione della spesa. Impegnando così il Governo alla presentazione al Parlamento di una relazione che fotografasse la situazione di ogni singola amministrazione. La relazione fu puntualmente presentata da Tremonti. Poi vennero le elezioni del 2006. Poi venne il Governo Prodi. C’è purtroppo la cattiva abitudine di rimuovere ogni cosa fatta dall’avversario politico disperdendo che di buono è stato fatto e può servire utile al contenimento della spesa.
Si tratta di vedere semmai i risultati raggiunti rispetto agli obiettivi fissati per legge e esprime un giudizio politico su chi ha rispettato le misure e chi no.
Il Parlamento può dunque guardare nei suoi archivi. Il Ministro della funzione pubblica può chiedere al Ministero dell’Economia. L’opposizione di adesso può chiedere conto ai respnsabili di Governo e alla maggioranza di allora .Tutti possono chiedere al grande fratello. Viene da domandarsi come mai anche buone norme non trovino corretta e compiuta applicazione.
Roma, 11 giugno 2010