Il Popolo della Libertà eviti errori strategici

Il Popolo della Libertà eviti errori strategici

Ha suscitato sconcerto e stupore la proposta avanzata da esponenti del PDL di recuperare l’alleanza politica con l’UDC con il proprio simbolo proprio nel momento in cui il Partito di Casini viene relegato al 5 per cento da un risultato elettorale impietoso. Si tratta di una iniziativa politica strategicamente sbagliata. Il risultato elettorale regionale è stato inequivocabile. L’UDC non è stato in grado di intercettare né il voto di protesta, né l’elettorato moderato, né l’elettorato cattolico più impegnato nella difesa dei valori non negoziabili. Né è una chiara rappresentazione la fotografia elettorale del Piemonte e ancora di più del Lazio dove neppure il favore di condizioni oggettive ha portato all’atteso sfondamento. Appaiono quanto meno avventate le dichiarazioni di Lupi . Le iniziative dell’On. Lupi ed altri non valutano sufficientemente le conseguenze devastanti di concedere all’UDC il proprio simbolo nell’alleanza con il PDL. In primo luogo determinerebbe la rivolta di tutti quei soggetti che sono usciti dall’UDC e che autonomamente hanno fatto la scelta di campo difficile di costruire il PDL. In secondo luogo quegli stessi dieci soggetti che hanno dato vita al PDL si sentirebbero autorizzati a chiedere quanto verrebbe concesso a Casini. In terzo luogo verrebbe regalata una opzione di vantaggio allo stesso Casini in un quadro di ambiguità. In definitiva sul piano elettorale sarebbe un disastro politico perché finirebbe per indebolire il PDL anziché rafforzarlo. I vantaggi per il PDL sono innegabili quando il voto per il partito di Casini diventa un voto sterile, inutile e sprecato. Ancora più grave sarebbe se la proposta di recuperare l’UDC muovesse dall’illusorio tentativo di irrobustire la propria area interna al PDL per eventuali giochi interni, bilanciamenti di forze o per convenienze personali. E’ dunque un pericoloso dèjà vu.

Sarebbe pertanto utile orientare una riflessione anche su tante parole in libertà che rischiano di produrre più danni che benefici. La soluzione dei problemi dell’UDC non può venire da aiuti esterni, ma da una riflessione tutta interna che prenda atto da errori e da contraddizioni muovendo innanzitutto da una rivisitazione della linea politica. Senza tutto ciò si produce solo confusione.

Roma, 14 aprile 2010

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