Aprire la fase nuova con la riforma dei regolamenti parlamentari
La grave aggressione in Piazza Duomo al Presidente del Consiglio ha risvegliato molte coscienze e come tutti i fatti dolorosi e traumatici ha finito per segnare un punto di svolta. Fra le forze politiche più responsabili è maturata la consapevolezza di instaurare un nuovo clima nei rapporti politici, aprendo una fase che superi la stagione della contrapposizione fine a se stessa. Sono di certo lontane le condizioni per un tavolo in cui far maturare un compromesso istituzionale che porti ad un accordo globale sulla giustizia nella cornice di una più ampia riforma costituzionale che porti ad un ridimensionamento delle ali più oltranziste e al superamento del muro contro muro, v’è tuttavia la esigenza di guardare ad accordi parziali non meno significativi ed efficaci. La riforma della contabilità, maturata con accordo bipartisan, richiede un pronto indispensabile adeguamento dei regolamenti parlamentari. Non ci si limiti solo ad aggiustamenti formali. Un ruolo positivo in questo senso può essere svolto dai presidenti delle Assemblee legislative. Assumano nella sfera delle proprie responsabilità l’iniziativa per interventi più incisivi trovando un giusto equilibrio tra esigenza di controllo ed esigenza di governabilità, tra i diritti della maggioranza a realizzare i programmi e la tutela delle opposizioni nell’azione di verifica. Può fungere da efficace apripista nella sede parlamentare più idonea a svolgere un ruolo di mediazione per non disperdere un clima di disponibilità al confronto manifestata soprattutto dal nuovo corso del Partito Democratico. Non si tratta di recuperare un centralità parlamentare ormai tramontata, ma di rafforzare la funzione e recuperare una rinnovata vitalità di un Parlamento che sappia cogliere nel rinnovamento delle regole nuova linfa e la spinta ad interpretare le sollecitazioni dinamiche della società che richiede istituzioni efficaci, snelle, puntuali.
E’ tempo di mettere da parte le polemiche, di guardare oltre l’ostacolo e avviare il confronto con chi ci sta, guardando alle esigenze di un Paese che richiede Istituzioni moderne che non possono funzionare senza regole adeguate. Nell’attualità era più importante discutere inutilmente su emendamenti senza alcuna possibilità di successo rispetto ad una decisione di bilancio, ormai sostanzialmente incorporata e definita nelle sue grandezze finanziarie oppure trovare lo spazio temporale per discutere sui disagi dei viaggiatori in conseguenza della emergenza trasporti ferroviari e sulle discutibili affermazioni dell’amministratore delegato di FS e dunque sull’accertamento e sulla verifica delle responsabilità?. Si tratta di scelte politiche che non possono essere eluse. La fase nuova non può che iniziare dal tavolo parlamentare.
Roma 22 DICEMBRE 2009