Il partito degli astenuti

Il partito degli astenuti

In questa tornata elettorale è cresciuto sensibilmente il partito dei non votanti ed ha la dimensione rilevante di oltre un terzo del corpo elettorale. Ad esso deve essere aggiunto il partito del voto di protesta cioè i voti bianchi e nulli che sono risultati un altro 6,36 per cento pari a oltre 2.100.000 Nel 2008 erano 3.187.000. Il voto di protesta si riduce di un milione e si trasforma in non partecipazione al voto. Ogni analisi comparativa sia rispetto alle ultime elezioni politiche che alle europee del 2004 sui risultati dei singoli partiti è fortemente inficiata, condizionata ed alterata da questo valore. I partiti che aumentano i valori assoluti e in valori percentuali sono soltanto l’Italia dei Valori e la Lega Nord che raddoppia i voti assoluti rispetto al 2004, ma cresce di soli 80 mila voti rispetto alle politiche 2008 mantenendo il livello di oltre 3 milioni di volti. Nonostante un modesto incremento in valori assoluti la percentuale cresce virtualmente di due punti.

Nonostante la presenza di Emanuele Filiberto di Savoia che non è riuscito a trasformare il televoto di “Ballando sotto le stelle” in voti politici, l’UDC è in una situazione di stallo politico. Viene contrabbandato un successo che non c’è. Basta guardare i numeri. Ha mutato radicalmente la sua fisionomia. E’ un partito oramai con i caratteri duali. 

Partito di opinione al nord e partito di apparato al meridione e isole. Nella sostanza ha tenuto i voti (1.996.000 con il 6,51 per cento) ed il numero dei 5 eletti ed ha una crescita percentuale virtuale di un punto superiore rispetto alle politiche e di mezzo punto rispetto alle europee 2004 solo in virtù della riduzione del numero dei votanti. La percentuale del 2004 fu infatti del 5,89 in presenza di 1.910.000 voti assoluti. Alle politiche 2.050.000 voti corrispondevano al 5.69 per cento. Quindi sul risultato gioca la percentuale degli astenuti.

Una ulteriore conferma viene data dall’analisi del risultato del PDL che in valore percentuale si cifra al 35 per cento rispetto al 32,4 delle europee 2004 e al 37,4 per cento delle politiche 2008. Ebbene il risultato della somma FI AN nel 2004 determinò 11.509.000 voti assoluti ed il 32,4 per cento. Oggi con settecentomila voti in meno la percentuale cresce di quasi 3 punti e si cifra al 35,2. Oggi con tre milioni di voti in meno in valore assoluto rispetto alle politiche del 2008 la percentuale si cifra al 35,26, appena due punti percentuali inferiori, quando tre milioni di voti assoluti pari a quelli della Lega Nord corrispondono al 10 per cento dei votanti!

E’ tempo allora di riflessioni attente e ponderate evitando i facili giudizi. E’ un risultato elettorale fortemente condizionato dal voto di protesta nelle forme degli astenuti e delle schede bianche e nulle.

C’è un fortissimo disagio nell’elettorato che va interpretato e che sarebbe sbagliato sottovalutare soprattutto rispetto alle politiche da mettere in campo per fronteggiare la crisi.

Roma, 9 giugno 2009

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