In una fase di crisi economica accentuata dalla globalizzazione e dalla interdipendenza delle aree geografiche il dibattito politico si sofferma sulle risposte alla crisi, per non trovarsi impreparati alla fase di ripresa. In questo panorama il Ministro del Welfare Sacconi ha portato rilevanti e coraggiosi elementi di novità e di modernità con la sua proposta di guardare alla partecipazione dei lavoratori ai risultati della impresa. Ha chiarito espressamente che non si tratta di entrare nella gestione che deve restare separata e nella responsabilità del management. Si tratta, al contrario di guardare insieme alla vita e al destino della impresa, una esigenza troppo spesso trascurata. Ciò assume più valore proprio nel momento in cui i tratti della conflittualità assumono caratteri nuovi evidenziati dal mutato contesto sociale e d economico. E’ una proposta originale che rompe gli schemi del passato e va maggiormente apprezzata perché tende a superare il conflitto sociale che rischia di degenerare pericolosamente come negli anni settanta. E’ una scelta forte, non declamatoria, perché capace di coniugare concretamente i principi della economia sociale di mercato e quelli della dottrina sociale della Chiesa affrontando in modo nuovo i rapporti tra lavoro e capitale, mettendone in evidenza sia la priorità del primo che la relativa complementarità. Analoga attenzione deve essere posta alla soluzione del problema del cuneo fiscale e parafiscale, che è la differenza tra costo del lavoro e remunerazione percepita; è problema antico per l’Italia in cui è troppo ampia rispetto a Giappone e Stati Uniti, stante l’elevata incidenza dei contributi a carico dei lavoratori per il finanziamento del Welfare che si ripercuote inevitabilmente sul costo del lavoro. Tutto ciò produce implicazioni sulla produttività, sulla competitività e sul dialogo sociale. La riforma è ineludibile dovrebbe guardare alla trasformazione delle basi imponibili al valore aggiunto consentendo di fare riferimento alla effettiva capacità di contribuzione delle imprese nei confronti della copertura delle spese sociali più che alle retribuzioni lorde. Partecipazione dei lavoratori alla vita dell’impresa e cuneo fiscale rappresentano due importanti tasselli di un unico disegno riformatore che farebbe fare al Paese un grande salto di qualità. Il Ministro Sacconi ha dimostrato concretezza e coraggio che unite e capacità, conoscenze e cultura possono segnare un importante tratto riformista alla azione di governo.Roma, 19 maggio 2009 |