IL CONGRESSO DEL PDL E I SUOI VALORI NASCOSTI

IL CONGRESSO DEL PDL E I SUOI VALORI NASCOSTI

 “L’alluvione informativa sul congresso costitutivo del Partito della Libertà è apparsa più rivolta alla leadership berlusconiana che non a penetrare sui significati profondi della grande fusione. Sono stati purtroppo marginalizzati quegli interventi che hanno guardato ai contenuti programmatici e dunque alle prospettive del partito, piuttosto che ad alzare l’applausometro”. E’ quanto sostiene in una nota per Fuoritutto il sen. Maurizio Eufemi del PDL. “L’analisi sul berlusconismo ha nascosto – rileva Eufemi – l’essenza di un congresso che rappresentava una grande novità perché determinava la sintesi di un percorso politico fondato sul decisionismo, sul verticalismo, sul personalismo, sulla forza mediatica, elementi forti della società moderna”. “Non sono mancate – aggiunge Eufemi – le scelte strategiche. Ne cito alcune. E’ stato fatto riferimento al quoziente famigliare e alla partecipazione dei lavoratori alla vita dell’impresa. Sono scelte forti. Con il quoziente si da una prospettiva di crescita alla famiglia fuori delle turbolenze della crisi globale e con un nuovo ruolo dei lavoratori si elimina il conflitto sociale tra impresa e lavoratori che si uniscono nel loro destino, superando le scorie soreliane. E’ la rivincita del modello renano sul turbocapitalismo anglosassone. Queste scelte non sono senza significato perché svuotano l’azione politica dei cattolici dell’UDC e del Partito Democratico alla disperata ricerca di un terreno politico che sappia inventare una nuova cultura cattolica”. “Le indicazioni emerse al congresso fondativo del Popolo della Libertà proprio perché rappresentano una politica dei valori legata alla dottrina sociale e all’economia sociale di mercato hanno – conclude Eufemi – più possibilità di successo e di fare presa sull’elettorato di quanto possa emergere da una critica sterile al berlusconismo senza un’analisi profonda dei tanti rivoli che si sono mescolati nelle acque del Rio delle Amazzoni insieme ai principali affluenti, portando ricchezza di idee e di programmi. E’ questo il dato nuovo di un congresso che non può essere sottovalutato. V’è in quel dibattito una risposta culturale niente affatto effimera rispetto ad una rappresentazione mediatica distorta che fa smarrire gli elettori rispetto alla competizione politica”. (Meu)

Roma, 2 aprile ’09 (Fuoritutto)

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