Intervento su emendamenti alla finanziaria in materia fiscale
(1817) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2008) (Votazione finale qualificata ai sensi dell’articolo 120, comma 3, del Regolamento) (Relazione orale)
PRESIDENTE. Dà la parola al Presidente della Commissione bilancio affinché riferisca sull’ulteriore esame delle questioni di copertura relative agli articoli 48-bis e 3.
EUFEMI (UDC). Gli emendamenti presentati mirano a correggere un sistema di detrazioni che penalizza la struttura produttiva prevalente nel Paese, in modo particolare le piccole e medie imprese che hanno effettuato investimenti e che dipendono dal credito bancario e dalle commesse pubbliche. Per ridurre la pressione fiscale sulle piccole imprese occorre innalzare la deduzione forfetaria dell’IRAP. Infine, non si comprende per quale ragione il Gruppo dei Verdi si opponga ad incentivi alla rottamazione, che contribuiscono a ridurre l’inquinamento e aumentano il gettito. (Applausi dal Gruppo UDC).
EUFEMI (UDC). Chiede al relatore come intenda procedere a proposito dell’emendamento 3.700, di cui ha chiesto l’accantonamento.
PRESIDENTE. Nel corso della discussione sui singoli emendamenti il relatore potrà fornire le delucidazioni richieste.
EUFEMI (UDC). Non accede alla proposta di ritiro dell’emendamento 3.18, non concordando con il relatore sul fatto che la previsione contenuta nell’emendamento stesso, tendente ad assicurare la piena deducibilità degli interessi passivi derivanti da prestiti e mutui concessi per la realizzazione di lavori eseguiti su commessa, sarebbe già presente nel testo del disegno di legge.
EUFEMI (UDC). L’emendamento 3.25 mira a correggere almeno in parte la paradossale politica del centrosinistra, che dichiara di voler risolvere la situazione degli alloggi, ma sfavorisce le imprese che ne aumentano l’offerta: chiede dunque di aggiungere la propria firma all’ emendamento e di votarlo mediante procedimento elettronico.
EUFEMI (UDC). Annunciando il voto favorevole sull’emendamento 3.53, rilevando l’opportunità di incidere attraverso una modifica legislativa sulle tariffe pubbliche, che lo scorso anno sono aumentate in misura considerevole.
Con votazione nominale elettronica, chiesta dal senatore EUFEMI (UDC), il Senato respinge l’emendamento 3.53.
EUFEMI (UDC). Auspicando l’approvazione dell’emendamento 3.58, ribadisce la necessità di nuove soglie di deducibilità nella determinazione della base imponibile IRAP.
Con votazione nominale elettronica, chiesta dal senatore EUFEMI (UDC), il Senato respinge l’emendamento 3.58.
EUFEMI (UDC). Gli emendamenti presentati mirano a correggere un sistema di detrazioni che penalizza la struttura produttiva prevalente nel Paese, in modo particolare le piccole e medie imprese che hanno effettuato investimenti e che dipendono dal credito bancario e dalle commesse pubbliche. Per ridurre la pressione fiscale sulle piccole imprese occorre innalzare la deduzione forfetaria dell’IRAP. Infine, non si comprende per quale ragione il Gruppo dei Verdi si opponga ad incentivi alla rottamazione, che contribuiscono a ridurre l’inquinamento e aumentano il gettito. (Applausi dal Gruppo UDC).
EUFEMI (UDC). Non è vero che l’allargamento della base imponibile è compensata dalla riduzione dell’IRES, come dichiarato dal Governo; nella stessa relazione tecnica si prevedono infatti maggiori entrate a seguito dell’applicazione di queste misure, confermando che si tratta di un aumento della pressione fiscale. Alcune organizzazioni delle imprese hanno espresso preoccupazione in proposito, sebbene il relatore Legnini abbia dichiarato che esse sono tutte favorevoli all’introduzione di tali norme.
EUFEMI (UDC). L’emendamento 3.950 (già 48-bis.800) è stato presentato per fornire una copertura alternativa all’abolizione dei ticket sulle prestazioni specialistiche ambulatoriali, norma di cui si condividono le finalità ma non i mezzi di copertura previsti.
Con votazione nominale elettronica, chiesta dal senatore EUFEMI (UDC), il Senato respinge l’emendamento 3.950.
EUFEMI (UDC). Signor Presidente, abbiamo operato in modo costruttivo sull’articolo 3, cercando di correggere errori clamorosi che penalizzano la struttura portante della nostra economia fondata sulle piccole imprese. Con questa operazione di finanza pubblica voi date un colpo mortale al sistema delle piccole e medie imprese e dell’artigianato. La nostra azione è, allora, andata in questo senso. Il senatore Azzollini ha poco fa richiamato l’attenzione sull’azione che operate attraverso il calcolo degli interessi. Con tale operazione colpite in modo decisivo tutte le piccole e medie imprese, quelle che sono più indebitate, che sono nella fase dello startup, che hanno fatto investimenti, che operano con la pubblica amministrazione e con le commesse pubbliche, tutte quelle che soffrono per un sistema che naturalmente ha bisogno di correzioni e non di queste scelte che voi fate. Voi colpite le aziende nel momento in cui operano scelte d’investimento e, quindi, attraverso una violazione clamorosa ancora dello statuto del contribuente. È chiaro che poi aumenta la pressione fiscale e si determina quel maggior gettito di risorse; colpite infatti le aziende nella fase dei bilanci ed esse non possono fare alcuna azione per contrastare la vostra decisione. Voglio, tuttavia, aggiungere un altro elemento di considerazione, che è sfuggito all’Aula e anche all’esame della Commissione. Mi riferisco al ruolo che svolgono i fondi di private equity, coloro cioè che agiscono proprio con gli interessi; si va a colpire un settore che muove l’economia. Come potete poi lamentarvi che i fondi vadano in Lussemburgo ed in Irlanda, dove c’è un ambiente giuridico più favorevole? Lo stesso accadrà anche per i fondi di private equity: questi saranno i risultati della vostra azione. Abbiamo inoltre presentato un emendamento che riguarda la rottamazione; il ministro Bersani si è dimostrato favorevole a rilanciare la rottamazione. Io mi stupisco che il Gruppo dei Verdi non abbia colto questa opportunità. Si fanno paladini della lotta all’inquinamento, ma poi non conducono battaglie coerenti per portare l’inquinamento ad un livello più basso di quello delle emissioni. È in corso un’azione europea per abbassare il livello di CO2 a 120 grammi nel 2012 ed è nostro compito mettere la nostra impresa automobilistica nelle condizioni di essere pronta a questa sfida. Per fare ciò, è necessario procedere a una rottamazione ecologica del parco automobilistico più obsoleto, composto da veicoli “euro zero” ed “euro uno”, per portare le attuali emissioni di CO2 da 164 grammi a un livello più basso, vicino a 120 grammi. Oltremodo, la rottamazione ha determinato un saldo positivo ai fini fiscali, perché ha provocato un maggiore gettito anche rispetto al presunto costo ipotizzato nella precedente finanziaria. Io mi auguro che su questo aspetto vi sia attenzione da parte di questa Aula. La questione più rilevante, però, è quella da noi posta rispetto alla necessità di ridurre la pressione fiscale nei confronti delle micro e piccole imprese più strutturate, che sono escluse sia dai benefici connessi con il nuovo regime dei minimi che dalle riduzioni di imposta dovute alla riduzione dell’aliquota IRES. Noi proponiamo un innalzamento della deduzione forfetaria IRAP, dagli attuali 8.000 sino a 10.000 euro. Anche il senatore Angius si è fatto carico di questo problema e io mi auguro che su questo punto, così importante e rilevante per le micro e piccole imprese, vi sia uno scatto di orgoglio, che superi i vincoli di maggioranza e possa determinare un voto d’Aula che non vada incontro agli interessi delle forze politiche ma della struttura portante della nostra economia. (Applausi dal Gruppo UDC. Brusìo).
EUFEMI (UDC). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
EUFEMI (UDC). Signor Presidente, vorrei un chiarimento; nella pronuncia dei pareri, il relatore, senatore Legnini, si è espresso a favore dell’accantonamento dell’emendamento 3.700. Vorrei capire cosa significa; accantonamento temporaneo, definitivo, in altra sede o in altro provvedimento?
PRESIDENTE. Vorrei richiamare all’ordine tutti i colleghi; se non rispettiamo il Regolamento, non finiamo più. Senatore, lei può parlare in dichiarazione di voto; al riguardo il relatore e il rappresentante del Governo si sono già espressi, c’è stato il dibattito…
EUFEMI (UDC). Volevo capire qual è la fine di questo emendamento.
PRESIDENTE. Lo tratteremo nel corso della discussione.
Passiamo all’emendamento 3.18, su cui c’è un invito al ritiro. Senatore Eufemi, cosa intende fare?
EUFEMI (UDC). Sì, signor Presidente, ma non ritiro l’emendamento perché le argomentazioni fornite dal relatore non mi hanno convinto: è stato molto impreciso ed ha sostenuto che questo emendamento è già nel testo. Non è così. Ritengo che questo intervento legislativo incida profondamente sulla gestione finanziaria delle imprese, in modo particolare per le commesse pubbliche in corso al 1° gennaio 2008. Intendiamo precisare che è invece necessaria una deducibilità per coloro che hanno contratti per l’esecuzione di opere pubbliche, quelli che soffrono particolarmente i ritardi della pubblica amministrazione. Per questo insisto per la sua votazione.
PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell’emendamento 3.18, presentato dal senatore Eufemi. Dichiaro aperta la votazione. (Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
(Sono pervenute alla Presidenza richieste di aggiunta di firma: agli emendamenti 3.25, 4.22, 5.5, 5.7 e 5.85, dal senatore Eufemi).
EUFEMI (UDC). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
EUFEMI (UDC). Signor Presidente, richiamo l’attenzione dell’Aula su questa norma, che cerca di evitare la misura penalizzante per le imprese che ricorrono all’indebitamento e che rischia di limitarne l’operatività. Come potete risolvere il problema degli alloggi, se penalizzate anche le imprese che aumentano l’offerta di alloggi? Voi favorite le banche e colpite le imprese. Signor Presidente, chiedo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico. PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Eufemi, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico. (La richiesta risulta appoggiata).
Votazione nominale con scrutinio simultaneo
PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell’emendamento 3.25, presentato dal senatore Eufemi. Dichiaro aperta la votazione. (Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell’emendamento 3.53. EUFEMI (UDC). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
EUFEMI (UDC). Vorrei ribadire le ragioni di questo emendamento. Le tariffe pubbliche, nello scorso anno, sono aumentate in maniera esponenziale. Riteniamo di dovere incidere in qualche modo attraverso una modifica legislativa che tenga conto anche di questo aspetto. Pertanto, ribadisco l’importanza dell’emendamento 3.53 e ne chiedo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.
PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Eufemi, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico. (La richiesta risulta appoggiata).
Votazione nominale con scrutinio simultaneo
PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell’emendamento 3.53, presentato dal senatore Eufemi. Dichiaro aperta la votazione. (Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell’emendamento 3.58. EUFEMI (UDC). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
EUFEMI (UDC). Ribadisco la necessità di stabilire nuove soglie di deducibilità. Si tratta di un intervento soprattutto a favore delle microimprese. Noto che l’attenzione manifestata nella presentazione degli emendamenti da più parti politiche è scomparsa. Mi auguro che ci sia un sussulto in questo senso anche da parte di coloro che in Commissione finanze ne condividevano lo spirito. Chiedo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell’emendamento 3.58. PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Eufemi, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico. (La richiesta risulta appoggiata).
Votazione nominale con scrutinio simultaneo
PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell’emendamento 3.58, presentato dal senatore Eufemi. Dichiaro aperta la votazione. (Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
EUFEMI (UDC). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
EUFEMI (UDC). Signor Presidente, vorrei capire cosa stiamo votando perché noi siamo in presenza di un emendamento che taglia 600 milioni di euro. Se c’è un testo due sarebbe molto utile averlo.
PRESIDENTE. Si trova nell’Annesso VI, senatore Eufemi; lei ha la possibilità di verificarlo.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell’emendamento 3.950. EUFEMI (UDC). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
EUFEMI (UDC). Signor Presidente, l’emendamento 3.950 era, per così dire, preventivo, nel senso che quando lunedì abbiamo ascoltato la sicurezza del Ministro dell’economia, sapevamo che non c’era la copertura per l’emendamento presentato in Commissione. Allora, forti di tale convinzione, abbiamo presentato un emendamento che riguardava i ticket, perché siamo naturalmente favorevoli alla soluzione individuata per la loro eliminazione, ma contrari alla copertura così come individuata. Il Ministro dell’economia, che ha voluto fare una disputa accademica con il Ragioniere generale dello Stato, è uscito sconfitto e umiliato dalla presentazione di un nuovo emendamento che ha cancellato la precedente soluzione. Signor Presidente, mi consenta di svolgere una breve considerazione rispetto all’emendamento approvato poc’anzi a firma del senatore Barbieri. Io non riuscivo a trovare quest’emendamento nell’Annesso VI, perché avevo letto che per esso era prevista una copertura di 600 milioni di euro e credevo che tale copertura fosse stata ridotta a 500 milioni di euro. Invece, essa è stata ridotta a 10 milioni di euro: quindi, da un grande stanziamento siamo passati ad uno stanziamento minimo. Pertanto, chiedo scusa per non avere individuato subito l’emendamento nella sua giusta collocazione. Chiedo infine la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.
Votazione nominale con scrutinio simultaneo
PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell’emendamento 3.950, presentato dal senatore Eufemi. Dichiaro aperta la votazione. (Segue la votazione).
Invito i colleghi a votare ciascuno dal proprio posto. Senatore Battaglia, senatore Gramazio, vi invito a prendere posto. Il Senato non approva. (v. Allegato B).
EUFEMI (UDC). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Siamo sempre all’emendamento 3.119 del senatore Pistorio e siamo in ritardo.
EUFEMI (UDC). Esattamente, signor Presidente, vorrei cercare di portare un po’ d’ordine rispetto al dibattito. (Commenti dai banchi del centro-sinistra).
PRESIDENTE. Magari, senatore Eufemi, porti ordine.
EUFEMI (UDC). Signor Presidente, vorrei anzitutto riportare la questione per quella che è. Condividiamo la proposta del senatore Pistorio perché lo Stato deve rispettare le norme sulla finanza siciliana, una finanza che è prevista da uno statuto speciale, quindi c’è un’autonomia che va rispettata, non violata. Dallo scorso anno abbiamo assistito ad una distorsione e ad un mancato rispetto di queste norme. Non occorrerebbe una legge per far rispettare tutto ciò, trattandosi di un momento importante nei rapporti tra Regione Sicilia e Stato. Ma veniamo al punto. L’onorevole Pistorio pone una questione di grande rilievo: il rispetto dei finanziamenti che derivano dalla cosiddetta legge Sabatini. Ebbene, la legge Sabatini è stata la più grande e la più straordinaria legge di sviluppo di questo Paese. Ha determinato la crescita delle piccole e medie imprese, l’innovazione tecnologica, la responsabilità delle banche rispetto ad un’alimentazione della domanda che necessitava di un sostegno, soprattutto all’esportazione, nel settore più forte della meccanica strumentale che risiedeva al Nord. Voi questo oggi non lo fate per la Regione Sicilia nel momento in cui essa è impegnata in uno sforzo di adeguamento. Noi invece vogliamo uno sviluppo non duale, uno sviluppo unitario. Caro senatore Castelli, soltanto dallo sviluppo del Mezzogiorno sarà possibile una crescita dell’intero Paese, una crescita che porti benefici soprattutto al Nord, perché poi è di questo che ha bisogno quel mercato per poter diffondere le proprie merci. Per queste ragioni, Presidente, credo che l’onorevole Bersani, Ministro dello sviluppo economico, abbia fatto un grandissimo errore quando ha costituito quel fondo distruggendo la legge Sabatini nella sua impostazione originaria, che era semplice. Vogliamo allora dare continuità a questi finanziamenti e per queste ragioni il Gruppo UDC voterà a favore dell’emendamento 3.119 del senatore Pistorio. (Applausi dai Gruppi UDC e FI).
PRESIDENTE. Sull’emendamento 3.700 dei senatori Grillo e Ferrara c’era una proposta di accantonamento che è stata accettata dal relatore e dal Governo. Non è d’accordo, mi sembra di capire, il senatore Eufemi che ha chiesto di intervenire la parola. Ne ha facoltà.
EUFEMI (UDC). Signor Presidente, questo emendamento pone una questione assolutamente delicata. Io chiedo che l’Aula responsabilmente valuti l’importanza della questione che sta dietro l’emendamento 3.700. Con il senatore Grillo ho condiviso molte battaglie in passato ma in questo caso ho qualche dubbio e perplessità. Il problema, molto semplicemente, è che con questo emendamento viene fatto un grosso regalo alle fondazioni bancarie. Ora noi, in passato, con il senatore Cantoni, che ha il copyright dell’espressione, abbiamo definito l’assetto del sistema bancario «una foresta pietrificata», in particolare le fondazioni bancarie. Io mi sono permesso di mutare questa espressione in «foresta partecipata», nel senso che partecipano a tutto ma diventano sempre più impenetrabili. (Applausi del gruppo FI)
Allora non possiamo consentire che un Governo che non da stabilità e certezza rispetto alla scelta del 5 per mille, per esempio, solo perché lo ha fatto Tremonti, quindi con una avversione di tipo ideologico, tenti, attraverso questa operazione di aggiramento, di dare questo vantaggio assolutamente inspiegabile. Vorrei ricordare quanto hanno scritto, per esempio, il professor Marcello Messori quando era parte dello staff tecnico del presidente D’Alema, oppure il professor Lucio Scandizzo, rispetto al ruolo delle fondazioni, che è diventato sempre più autoreferenziale, dato che le fondazioni non rispondono a nessuno. Si è tentato persino di farle partecipare al capitale delle banche popolari determinando le condizioni per un loro asservimento. Ma oggi non è così: noi dobbiamo fare chiarezza su questo, non possiamo consentire che ci sia un regalo di questo genere.
Onorevole Rossi, onorevole Turigliatto, nei giorni scorsi voi vi siete impegnati sui problemi bancari, anche ieri sul problema dei mutui, ma il prodigio di questa maggioranza è avere costruito una Repubblica bancocentrica con un triangolo tra il tesoro e le grandi aziende bancarie. Questo è quello che noi denunciamo e i regali che ci sono in questa finanziaria lo stanno dimostrando, perché i fondi di investimento rispondono a qualcuno, rispondono dei loro risultati. Le fondazioni a chi rispondono? Sono assolutamente autoreferenziali. Per queste ragioni io chiedo, in base all’articolo 92, comma 3, del Regolamento del Senato, che l’Assemblea sia chiamata a decidere su questo accantonamento perché vi è il rischio che dietro di esso passi un regalo al sistema delle fondazioni. (Applausi del Gruppo UDC). GRILLO (FI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GRILLO (FI). Signor Presidente, sono veramente sorpreso che il mio collega e amico Eufemi abbia preso una cantonata così enorme. L’emendamento 3.700 non si propone, collega Eufemi, di fare alcun regalo da parte dello Stato alle fondazioni bancarie; tali fondazioni non sono autoreferenziali perché la Cariplo, per riferirci alla più importante, ha un consiglio di amministrazione in cui ci sono i rappresentanti di tutte le Province della Lombardia, della Regione e del Comune di Milano. Questo dibattito è datato, collega Eufemi, 15 anni fa qualcuno si permise di dire che le fondazioni bancarie erano enti autoreferenziali, in realtà, le fondazioni sono diventate protagoniste positive della vita civile, sociale ed economica di questo Paese. Con l’emendamento 3.700, vorrei che il collega Eufemi ascoltasse, in realtà le fondazioni, 98 in tutto, erogano sul territorio…
PRESIDENTE. Deve essere breve, senatore Grillo, dobbiamo decidere sull’accantonamento.
GRILLO (FI). Insisto perché l’emendamento venga accantonato; voglio spiegare al collega Eufemi che in questo caso non viene addebitato alcunché allo Stato, si tratta semmai di dare meno tasse allo Stato e consentire che queste minori tasse che vengono versate al Governo centrale le abbiano le fondazioni in dote per intervenire in tutte le Province del nostro Paese in una logica, questa sì, davvero federale.
PRESIDENTE. Ci sono due proposte; una di accantonare l’emendamento 3.700 e l’altra invece contraria. Ricordo che la proposta di accantonamento è stata avanzata dal proponente dell’emendamento, il senatore Grillo, insieme al senatore Ferrara e hanno espresso un parere favorevole sia il relatore che il Governo; si è dichiarato contro invece il senatore Eufemi. Metto ai voti la proposta di accantonamento dell’emendamento 3.700, mediante procedimento elettronico senza registrazione dei nomi. È approvata.