Interventi in Senato su deleghe vice ministro Visco

Interventi in Senato su deleghe vice ministro Visco

EUFEMI (UDC). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EUFEMI (UDC). Signor Presidente, intervengo per un richiamo al Regolamento.

Vorrei ritornare un momento sulle questioni che abbiamo ripetutamente posto in quest’Aula e richiamo l’attenzione soprattutto della Presidenza. Mi riferisco alla questione Visco e al problema delle deleghe. Abbiamo richiamato l’attenzione su un fatto, credo, estremamente grave, che io insisto nel riproporre all’attenzione della Presidenza.

Accade che siamo in presenza di un comunicato della Presidenza del Consiglio dei ministri, il n. 53 del 1° giugno 2007, che così recita, tra l’altro: «La delega (comma 3 dell’art. 1 del DPR 7 giugno 2006) è stata avocata dal Ministro dell’economia, Tommaso Padoa-Schioppa». Tutto questo, naturalmente, non ha avuto poi un seguito, come sarebbe stato lecito attendersi, da un atto di Governo, che in qualche modo precisasse la dimensione delle deleghe.

Nel decreto del Presidente della Repubblica del 7 giugno 2006, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 15 giugno 2006, infatti, allorquando vengono conferite le deleghe ai Vice ministri, ed è conferita anche quella al vice ministro Visco, viene previsto, al comma 3 dell’articolo 1: «Il potere di direttiva nelle materie delegate viene esercitato dall’on. prof. Vincenzo Alfonso Visco in coerenza con il generale potere di direttiva intestato al Ministro dell’economia e delle finanze, nel cui ambito, nei confronti della Guardia di finanza, l’on. prof. Vincenzo Alfonso Visco esercita tutti i poteri delegati ai sensi del comma 2».

Ora, noi siamo in una vicenda per così dire oscura, nel senso che andrebbe precisato con un nuovo atto di Governo quali sono le deleghe attribuite al vice ministro Visco e invece tutto questo non c’è. Per tale ragione, signor Presidente, credo sia necessario che il Senato disponga di un nuovo atto di delega preciso, per verificare le responsabilità su tutti gli atti di Governo per come possono essere successivamente imputati.

A questo riguardo, signor Presidente, ho presentato una proposta d’inchiesta parlamentare monocamerale, affinché il Senato possa verificare attentamente tutto l’andamento della questione.

PRESIDENTE. Senatore Eufemi, non debbo ricordare a lei, che è molto più esperto di me, che il richiamo al Regolamento sostanzialmente si intravedeva con grande difficoltà nelle cose che ha detto.

Vorrei dire, sulla vicenda che ha interessato giustamente il Senato ormai da parecchie settimane, che riguarda le questioni collegate alla Guardia di finanza, le vicende del vice ministro Visco, che alle ore 13, quando ci sarà la riunione dei Presidenti dei Gruppi, farò presente che vi sono state ulteriormente queste sollecitazioni e nel frattempo la sua proposta d’inchiesta monocamerale – che, se ho ben capito, è già stata presentata alla Presidenza del Senato – ovviamente seguirà l’iter che deve seguire.

 PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Eufemi, il quale nel corso del suo intervento illustrerà anche l’ordine del giorno G100. Ne ha facoltà.

*EUFEMI (UDC). Signor Presidente, la presentazione di un ordine del giorno mi consente di svolgere alcune considerazioni, soprattutto sulla comunitaria e anche sulla relazione annuale che viene presentata, relativa alla partecipazione dell’Italia al processo di costruzione europeo. Ora, dobbiamo salutare positivamente le conclusioni dell’ultimo Consiglio europeo, che ha in qualche modo ripreso la strada di un cammino che sembrava interrotto; la determinazione della cancelliera Angela Merkel ha permesso invece di ritrovare un minimo di movimento comune.

Ho voluto presentare questo ordine del giorno, Presidente, perché occorre guardare non solo al domani ma anche al dopodomani. Devo lamentare, per esempio, i ritardi nell’esame del provvedimento che ho predisposto in occasione della celebrazione del progetto Antartide, come occasione per il rilancio della ricerca in quel continente. Dobbiamo guardare poi alle politiche spaziali, che fanno riferimento a progetti di lungo periodo, soprattutto internazionali, e richiedono un quadro di risorse certe e non politiche di stop and go.

L’Italia è in prima linea in questo settore, dispone di know-how adeguato e svolge un ruolo fortissimo nell’innovazione, soprattutto negli uomini, nelle risorse e nelle tecnologie. Sarebbe veramente dannoso disperdere tutto ciò, anche in ragione delle presenze di carattere societario di cui disponiamo, che sono soprattutto a rilevanza pubblica e che richiedono, per così dire, un’attenzione particolare.

Ho presentato pertanto l’ordine del giorno G100, richiamando l’attenzione del Ministro delle politiche comunitarie nella prospettiva della Conferenza intergovernativa ESA che si terrà nel novembre 2008.

Dal momento che si tratterà di un’occasione importante, in vista proprio delle definizioni dei compiti nell’esplorazione spaziale connessa con i nuovi impegni di spesa a carico dei vari Stati membri, ho voluto ricordare la presenza delle industrie italiane, e soprattutto la sinergia tra Italia e Francia con Thales e Alenia space, impegnate in programmi importanti e rilevanti come EXOMARS, AURORA, CSTS-Trasporto abitato.

Abbiamo posto l’esigenza che il Governo venga intanto a riferire in Parlamento, venga soprattutto a rappresentare il quadro finanziario rispetto al consolidamento del programma europeo di esplorazione e a definire nell’informazione sul piano strategico di settore, da concludere entro questo anno, non trascurando di accennare ai documenti programmati che sono previsti.

È necessario chiarire soprattutto l’opinione del Paese rispetto alle seguenti parti integranti del piano strategico: il completamento della missione EXOMARS, le tecnologiche abilitanti per l’esplorazione Luna e Marte, da realizzare attraverso dimostratori strategici e tecnologici, le basi cooperative del veicolo trasporto umano CSTS e l’utilizzo della stazione spaziale per missioni di esplorazione.

Tutto ciò lo abbiamo visto e lo vediamo progressivamente realizzato, però è necessario che la manifestazione di volontà del Governo, in ordine alle decisioni della Conferenza intergovernativa del 2008, rispetto al ruolo delle aziende italiane impegnate nel settore, alla conferma delle leadership già conseguite e alla presenza nei programmi per tecnologie abilitanti, abbia una definizione certa.

Presidente, signor Ministro, ho presentato anche una proposta di legge in questo senso, per far sì che ci sia una definizione di coordinamento, perché la politica spaziale troppo spesso viene frammentata attraverso una serie di competenze. Occorre che la voce del Governo italiano sia una e, soprattutto, che si individui il tavolo rispetto al quale le varie questioni e i vari interessi possano in qualche modo convergere.

Abbiamo la necessità di confermare tale volontà, di confermare l’impegno dei Ministri italiani per assicurare, attraverso apposite iniziative, la partecipazione creativa delle piccole e medie imprese ad alta definizione tecnologica, sia aerospaziale sia di altra natura, perché ciò ha fortissime ricadute nell’ambito della struttura produttiva del nostro Paese.

Aggiungo un’altra considerazione. Siamo molto preoccupati per quanto riguarda la vicenda “Galileo” e abbiamo visto i ritardi che si sono realizzati rispetto alla partecipazione italiana, che è rilevante poiché abbiamo una quota del 17 per cento rispetto a questo progetto. Vi sono fortissime ricadute e queste sarebbero ancora più significative se si mettesse in moto una domanda pubblica molto forte, soprattutto da parte delle amministrazioni regionali e comunali per i riflessi che ha quel progetto rispetto a prospettive di sviluppo e anche alla qualità della vita dei cittadini.

Riteniamo che debba essere compiuto ogni sforzo affinché quel progetto possa essere rivitalizzato, unendo anche le considerazioni che ho esposto sulla politica spaziale, perché siamo protagonisti in tal senso. Basti vedere le decisioni che gli altri Governi e gli altri Paesi stanno portando avanti rispetto alle politiche spaziali per comprendere le ricadute che si determineranno.

Voglio ricordare in particolare l’impegno che stanno portando avanti Paesi emergenti come la Cina e l’India, mentre si registra un ritardo, ad esempio, per quanto riguarda la vecchia Unione Sovietica, e quindi la nuova Russia, specie confrontando il ruolo assunto in passato con quello attuale, che è limitato alle stazioni spaziali o ai vettori di lancio.

Naturalmente in campo mondiale c’è una spinta dei Paesi a riprendere con vigore questi programmi, proprio per le ricadute che determinano sull’economia. Per queste ragioni mi auguro che l’ordine del giorno da me presentato possa essere accolto da parte del Governo, del ministro Bonino, per dare un segnale chiaro rispetto a queste politiche e, soprattutto, rispetto agli impegni che devono essere portati avanti. Lo stesso appello rivolgo al presidente Manzella affinché non ci siano incertezze rispetto alle politiche spaziali. (Applausi del senatore Manzella).

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