Intervento  in Commissione INDUSTRIA, COMMERCIO, TURISMO

Intervento  in Commissione INDUSTRIA, COMMERCIO, TURISMO

 Intervento  in Commissione INDUSTRIA, COMMERCIO, TURISMO (10ª) (1427) Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 31 gennaio 2007, n. 7, recante misure urgenti per la tutela dei consumatori, la promozione della concorrenza, lo sviluppo di attivita’ economiche e la nascita di nuove imprese, approvato dalla Camera dei deputati (Seguito dell’esame e rinvio)

 Il senatore EUFEMI (UDC) interviene sollevando l’interrogativo se non fosse stato utile, come egli ritiene, conoscere l’orientamento del CNEL sul provvedimento in esame. Il senatore EUFEMI (UDC) precisa che il proprio suggerimento sottintende la necessità di richiamare l’attenzione della Commissione sull’importanza del contributo del CNEL su temi di politica economica. Tuttavia precisa altresì che la sua sollecitazione non sottintende alcun intento sospensivo.

Interviene il sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico Bubbico.

Il senatore EUFEMI (UDC) dichiara preliminarmente di non condividere quanto affermato dal senatore Cabras in ordine agli effetti positivi delle leggi di semplificazione amministrativa adottate negli anni novanta, le quali – egli ricorda – sono state oggetto di più di cinquecento ricorsi davanti alla Corte costituzionale. In particolare l’oratore rileva che la riforma Bassanini ha sostanzialmente reso non contendibili le quote di controllo delle fondazioni bancarie che hanno così potuto godere di posizioni di privilegio. In ordine al decreto-legge in titolo, l’oratore si sofferma sugli interventi volti a rimuovere alcuni comportamenti adottati dai gestori della telefonia mobile. Egli osserva che il sistema così introdotto, comportando un ritorno al vecchio sistema UMTS, recupera di fatto la soluzione già adottata dall’ultimo Governo di centro-sinistra della XIII legislatura, quella in base alla quale la pubblica amministrazione assegna le licenze di telefonia mobile sulla base delle proposte fatte dai candidati all’acquisto. Quanto alla riduzione dei costi delle ricariche, l’oratore osserva che l’intervento, non essendo accompagnato da un aumento delle risorse per lo sviluppo delle bande larghe, determinerà – come messo in luce da molti autorevoli opinionisti – un aumento delle tariffe nel lungo periodo, con conseguente traslazione dei costi sugli utenti. Ciò a conferma – ad avviso dell’oratore – che le liberalizzazioni proposte dal ministro Bersani sono fittizie e si inseriscono nel cosiddetto “modello emiliano”, in base al quale ad un capitalismo di Stato si sostituisce una sorta di capitalismo regionale che avvantaggia fiscalmente alcuni particolari soggetti, quali le aziende municipalizzate e le cooperative. In ordine alle presunte liberalizzazioni nel settore del gas e delle risorse idriche, il senatore EUFEMI (UDC) rileva che, avendo il precedente decreto escluso i servizi pubblici locali, il beneficio per la concorrenza si trasforma inevitabilmente in una distorsione della stessa, che finisce col favorire posizioni di monopolio a livello regionale. La stessa auspicata data del primo gennaio 2008, per l’avvio definitivo – in molti settori – del processo di liberalizzazione non è in realtà veritiera, in quanto l’allargamento effettivo della concorrenza dei mercati produttivi si verificherà soltanto in un periodo successivo. Quanto alla questione sollevata dal senatore Cabras in ordine alla TAV, l’oratore osserva che, al riguardo, si pongono notevoli problemi in riferimento ai possibili risparmi conseguibili a seguito di affidamento a gara pubblica dell’appalto. Il primo riguarda la definizione dei risparmi ipotizzati; il secondo attiene gli eventuali oneri connessi ai contenziosi istaurati dai general contractors; il terzo si riferisce alla quantificazione degli indennizzi dovuti ai general contractors. In particolare, in ordine alla seconda questione, l’oratore condivide le preoccupazioni di chi evidenzia il fatto che la relazione tecnica non tiene conto, nella stima dei costi effettivamente sostenuti da riconoscere in capo ai general contractors, degli esiti dei contenziosi già instaurati, che criteri di prudenzialità imporrebbero di assumere nel computo degli oneri ai quali fare fronte, pur dovendosi tenere conto della elevata incertezza dei tempi di definizione del contenzioso. Quanto alla questione della cancellazione delle ipoteche sui mutui immobiliari, l’oratore osserva che il Governo non ha ritenuto opportuno procedere alla progressiva cancellazione delle ipoteche sulle successioni, le quali comportano a carico del contribuente, un notevole aggravio di spesa. Per quanto concerne infine gli interventi relativi alle compagnie assicurative, l’oratore osserva che il decreto-legge riduce notevolmente l’interesse delle compagnie a stipulare polizze assicurative pluriennali che, rispetto ai contratti annuali, determinano un vantaggio economico per i consumatori in ragione del diverso calcolo del rischio. Il calcolo del rischio, infatti, in caso di contratto pluriennale, viene valutato in misura più favorevole per l’assicurato, dal momento che la possibilità che avvenga il sinistro nell’arco temporale garantito viene calcolata su un periodo più lungo con conseguente ripartizione del costo. Al riguardo il senatore critica anche la retroattività della norma che, pertanto, si applica anche ai contratti stipulati precedentemente all’entrata in vigore del decreto. Tale retroattività renderebbe i valori dei portafogli in essere completamente aleatori portando alla distruzione di un patrimonio imprenditoriale e dei suoi servizi di assistenza alla clientela con conseguenze negative sulla qualità del servizio e una grave penalizzazione della categoria degli agenti di assicurazione, nonché ricadute negative sull’intero indotto occupazionale che fa capo a tale categoria. Inoltre la retroattività costituisce un vulnus al principio di affidamento delle parti. L’oratore annuncia quindi la presentazione di emendamenti e ordini del giorno tesi ad introdurre modifiche che tengano conto dei rilievi critici prospettati. In conclusione, esprime profondo rammarico per la decisione del Governo di porre la questione di fiducia sul disegno di legge di conversione del decreto-legge in titolo, ritenendo che ciò mortifica in modo inaccettabile il Parlamento, al quale invece spetterebbe decidere – con piena sovranità – su questioni tanto delicate per la vita dei cittadini.

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