Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 27 dicembre 2006, n. 297, recante disposizioni urgenti per il recepimento delle direttive comunitarie 2006/48/CE e 2006/49/CE e per l’adeguamento a decisioni in ambito comunitario relative all’assistenza a terra negli aeroporti, all’Agenzia nazionale per i giovani e al prelievo venatorio, approvato dalla Camera dei deputati
(Seguito e conclusione dell’esame)
Presidenza del Presidente BENVENUTO
Interviene il sottosegretario di Stato per l’economia e le finanze Tononi.
La seduta inizia alle ore 20,30.
IN SEDE REFERENTE
Si riprende l’esame sospeso nella seduta antimeridiana di oggi.
Il presidente BENVENUTO, avverte che si passerà all’esame degli emendamenti riferiti all’articolo 1 e dichiara improponibili in quanto privi di contenuto normativo gli emendamenti 1.9 e 1.14.
I rispettivi proponenti rinunciano ad illustrare tutti gli emendamenti riferiti all’articolo 1.
Il relatore D’AMICO (Ulivo) illustra brevemente per ciascuno emendamento le motivazioni del parere contrario, sottolineando, in alcuni casi, che le proposte emendative non appaiono in linea l’impianto del Testo unico bancario, e, ove accolte, potrebbe determinare anche difficoltà operative nell’esercizio dei compiti dell’Autorità di vigilanza.
Il sottosegretario TONONI esprime parere conforme a quello del relatore.
Interviene in dichiarazione di voto sull’emendamento Tit.1 il senatore EUFEMI (UDC) il quale, nel sottolineare la rilevanza dell’emendamento concernente il titolo del decreto-legge – che avrebbe dovuto essere modificato in conseguenza della soppressione delle disposizioni recate dall’articolo 3 da parte della Camera dei deputati – rileva come tale circostanza sia sintomatica di una cattiva legislazione, indotta anche dal modo affrettato e poco meditato in cui sono costrette a lavorare le Camere. Rimarca pertanto con stupore l’orientamento contrario del relatore e del rappresentante del Governo poiché la modifica proposta non può non essere condivisa. Rivolge quindi un appello alla Presidenza affinché le prerogative del Senato non vengano subordinate all’esigenza, non condivisibile, di approvare in tempi rapidi il provvedimento.
Interviene il senatore BONADONNA (RC-SE), a giudizio del quale le osservazioni del senatore Eufemi sono in parte condivisibili, laddove chiamano in causa anche le differenti procedure, anche di prassi, invalse tra i due rami del Parlamento. Al di là quindi del formalismo della proposta emendativa, richiama l’attenzione sulle motivazioni profonde che sono alla base di tale emendamento.
Verificata la presenza del numero legale per deliberare, il presidente BENVENUTO pone ai voti l’emendamento Tit.1, che viene respinto.
Posto ai voti, viene quindi respinto anche l’emendamento 1.1.
Il senatore CANTONI (FI) nel raccomandare l’approvazione dell’emendamento 1.2 evidenzia criticamente l’eccessiva stringatezza delle motivazioni sul parere contrario formulate dal relatore, che a suo giudizio sono sintomatiche di un atteggiamento di sostanziale chiusura della maggioranza rispetto a delle proposte di modifica che, pur nel loro tecnicismo, affrontano tematiche di grande rilevanza politica e costituiscono il frutto di una meditata valutazione delle modifiche introdotte al Testo unico bancario e al Testo unico finanziario dal decreto-legge. Dopo aver sottolineato che la ristrettezza dei tempi di esame impedisce sostanzialmente un confronto costruttivo su tematiche di grande rilevanza come il recepimento dell’accordo di Basilea 2, critica la volontà della maggioranza di non voler modificare il testo e di imporre un esame accelerato del provvedimento, pur sussistendo le condizioni per una valutazione approfondita di tutte le questioni.
Il presidente BENVENUTO riepiloga i termini concordati del calendario e ricorda che la Commissione aveva accolto la richiesta dell’opposizione di fissare ad oggi invece che martedì il termine per la presentazione degli emendamenti. Ricorda peraltro che nella seduta antimeridiana aveva formalmente investito il sottosegretario Tononi di farsi tramite presso il Ministro della esigenza di coinvolgere con maggiore attenzione la Commissione sui provvedimenti di particolare rilevanza, come ad esempio il recepimento della direttiva in materia di offerta pubblica di acquisto. Dopo aver rimarcato che il relatore ha motivato il parere contrario, non condivide la valutazione del senatore Cantoni circa l’assenza di un confronto approfondito.
Il senatore CANTONI (FI) ribadisce le proprie rimostranze e le valutazioni precedentemente espresse.
Il senatore GIRFATTI (DC-PRI-IND-MPA) si associa alle critiche formulate dal senatore Cantoni giudicando negativamente la sostanziale chiusura della maggioranza rispetto alle proposte emendative presentate. Tutto ciò considerato ritiene opportuno abbandonare l’Aula e non partecipare ai lavori della Commissione.
Il senatore EUFEMI (UDC) rimarca il significato dell’emendamento 1.2 preannunciando il proprio voto favorevole, ritenendo necessario migliorare il testo del decreto-legge in relazione alla rilevanza delle disposizioni di recepimento dell’accordo di Basilea 2.
Dopo aver giudicato inutile un’accelerazione dei lavori, stante la volontà della maggioranza di non apportare modifiche, valuta negativamente tale atteggiamento, che in altre circostanze, come ad esempio la delega per il recepimento della direttiva sui mercati finanziari, ha costituito il presupposto per un’attività legislativa confusa e imprecisa tanto che il termine per esercitare tale delega è inutilmente decorso.
Il senatore BALBONI (AN) aggiunge la firma, unitamente al senatore FLUTTERO (AN) a tutti gli emendamenti riferiti all’articolo 1, condividendo pienamente le critiche avanzate dal senatore Cantoni: a suo parere la maggioranza avrebbe più opportunamente dovuto chiarire l’orientamento a non apportare alcuna modifica, con una trasparenza dell’agire politico che avrebbe indirizzato la discussione in maniera più chiara e rispettosa dei ruoli.
Il senatore Paolo FRANCO (LNP) ritiene che la maggioranza voglia sottrarsi ad un confronto sostanziale sulle norme recate dal decreto-legge, la cui rilevanza è a tutti nota, nonostante i termini per la definitiva conversione del decreto-legge diano modo di apportare le necessarie modifiche. D’altro canto, tale atteggiamento elusivo è riscontrabile in altre circostanze e trova una motivazione nel timore della maggioranza di sottoporsi al confronto e alle votazioni soprattutto per l’Assemblea del Senato.
Posto ai voti, l’emendamento 1.2 viene respinto.
Interviene quindi per dichiarazione di voto sull’emendamento 1.3 il senatore VENTUCCI (FI) il quale, pur dando atto al relatore di aver motivato il parere contrario, ne rimarca il tono eccessivamente sbrigativo. Egli lamenta che l’organizzazione dei lavori della Commissione sia subordinata all’esigenza di convertire in tempi rapidi il decreto-legge, mentre invece le disposizioni recate agli articoli 1 e 2 meriterebbero un esame molto più approfondito e meditato. D’altro canto, il mancato accoglimento dell’emendamento volto a modificare il titolo del decreto-legge è sintomatico di un atteggiamento di chiusura della maggioranza, mentre invece il comportamento dell’opposizione era improntato a dare dignità alle prerogative della Commissione.
Il presidente BENVENUTO ribadisce le osservazione precedentemente svolte sull’organizzazione dei lavori della Commissione non ritenendo peraltro fondate le critiche circa l’operato del relatore.
Interviene quindi il relatore D’AMICO (Ulivo), il quale riepiloga le motivazioni del parere contrario espresse sull’emendamento 1.2, osservando che l’introduzione di un obbligo per la Banca d’Italia a scambiare informazioni, con altre Autorità di vigilanza, potrebbe avere l’effetto paradossale di imporre la comunicazione ad enti operanti in paesi con scarso grado di controllo e vigilanza sui mercati finanziari. A suo parere, quindi la contrarietà alla proposta non nasce da un atteggiamento pregiudiziale ma da un’attenta valutazione delle conseguenze giuridiche.
Interviene nuovamente il senatore CANTONI (FI) contestando l’appropriatezza delle valutazioni del relatore, ricordando come sia stata proprio l’assenza di un obbligo di comunicazione tra la Banca d’Italia e le altre Autorità di vigilanza uno degli elementi che hanno fatto venir meno il necessario presidio a contrastare gli scandali finanziari, che puntualmente si sono verificati negli anni scorsi. Ribadisce quindi il rilevante significato politico delle proposte emendative presentate dal proprio Gruppo.
Il senatore EUFEMI (UDC) nel preannunciare il proprio voto favorevole sull’emendamento 1.3 ricorda che, in passato, ha più volte richiamato l’esigenza di controllare efficacemente i centri finanziari off-shore, rilevando al contempo che l’inserimento del livello delle riserve tecniche quali oggetto delle disposizioni di carattere generale emesse dalla Banca d’Italia per lo svolgimento della vigilanza regolamentare costituisce una proposta di grande rilievo.
Posto ai voti, l’emendamento 1.3 viene respinto.
Interviene per dichiarazione di voto favorevole sull’emendamento 1.4 il senatore CANTONI (FI), ritenendo essenziale che la Banca d’Italia nell’emanare le disposizione di carattere generale per la vigilanza regolamentare abbia ad oggetto anche il contenimento dei costi a carico della clientela. A suo parere infatti tale elemento costituisce uno dei fattori di maggiore penalizzazione per le piccole e medie imprese e per i clienti delle banche.
Preso atto, quindi, dell’atteggiamento di chiusura della maggioranza su proposte che hanno il pregio di migliorare il testo del decreto-legge, annuncia che i senatori di Forza Italia abbandonano l’Aula e non partecipano al prosieguo dei lavori.
Il senatore Paolo FRANCO (LNP) dichiara di condividere l’atteggiamento dei senatori di Forza Italia e abbandona l’Aula.
Analogo atteggiamento viene annunciato dal senatore BALBONI (AN) a nome dei senatori di Alleanza Nazionale.
Posto quindi ai voti, l’emendamento 1.4 viene respinto.
In dichiarazione di voto favorevole sull’emendamento 1.5, interviene il senatore EUFEMI (UDC), rimarcando che la propria parte politica non ha assunto un atteggiamento ostruzionistico, presentando pochi e selezionati emendamenti. In particolare l’emendamento 2.7 nasce da un rilievo di carattere giuridico-formale richiamato anche dalle osservazioni del Servizio studi del Senato. Rimarca la confusione legislativa nella quale l’Esecutivo costringe a lavorare il Parlamento che vede, peraltro, le proprie proposte disattese dal Governo, come accaduto con il progetto di riforma delle Autorità di vigilanza e le competenze della Covip. Tutto ciò considerato, preannuncia che non parteciperà al prosieguo dei lavori.