Concorrenza, trasparenza e stabilità
In questo nostro Paese avvengono cose veramente strane e curiose. E’ davvero curioso che dopo la scelta di Cariverona di non sottoscrivere la quota di bond relativa alla rete di protezione per Unicredit, necessaria per il rafforzamento patrimoniale e raggiungere l’obiettivo di core tier 1 intervenga la concorrente Intesa San Paolo come finanziatrice del veicolo costituito da Cassa di Risparmio di Torino e da Carimont holding. E’ poi strano che la fondazione CRT nella società veicolo si fermi al 49,9 per cento per rispettare solo formalmente la legge Ciampi di non superare la soglia del 50,01 che impedisce alle fondazioni il controllo di società non strumentali. Al di là dei numeri che dimostrano ancora una volta la disinvoltura dei comportamenti nella “foresta partecipata” resta la difficoltà di comprendere una operazione che conferma i rischi di un eccesso di presenza, sia diretto che indiretto, delle fondazioni nel sistema bancario e la necessità di guardare alla diversificazione del rischio, proprio alla luce dell’intervento di sostegno a Unicredit che avrebbe dovuto aprire gli occhi a chi aveva le responsabilità più dirette. Dopo i richiami recenti dell’Antitrust sarebbe bene che anche l’autorità di vigilanza per la stabilità accenda i fari con un monitaggio costante su operazioni che tradiscono lo spirito della legge Ciampi.
Non è con operazioni autoreferenziali finalizzate al consolidamento della governance che si migliora una situazione che richiede profondi cambiamenti uniti ad una attenta e severa valutazione dei risultati raggiunti. I Tremonti bonds avevano il significato di squarciare le nebbie che avvolgono il sistema bancario, ma i banchieri nostrani preferiscono fare da soli e non accettano né le critiche esterne né i costi impropri del Tesoro.
La scelta della Fondazione Cariverona pone interrogativi seri che non possono essere sbrigativamente allontanati.
Roma, 10 febbraio 2009
NB: Le nostre preoccupazioni e i nostri rilievi erano fondati se le due Fondazioni hanno sottoscritto direttamente i cashes per un importo inferiore a quello ipotizzato, senza ricorrere alla società veicolo e al prestito di Banca Intesa, ha prevalso la ragionevolezza.
Le notizie:
(FIN) Unicredit: Fondazioni Torino e Modena sottoscrivono cashes per 133,5 mln -2- (Il Sole 24 Ore Radiocor) – Milano, 12 feb –
Il valore dei cashes legati all’aumento di capitale da 3 miliardi di UniCredit lasciati scoperti dal no alla sottoscrizione deciso dalla Fondazione Cariverona e’ pari complessivamente a 440 milioni. Di questi, 250 milioni saranno sottoscritti dagli investitori libici, mentre 133,5 milioni saranno a carico delle fondazioni di Modena e Torino. Restano scoperti, quindi, 56,5 milioni. In base a quanto emerso in un primo momento, parte della sottoscrizione doveva avvenire grazie a un finanziamento di Intesa Sanpaolo da 70 milioni circa, ipotesi che pero’ e’ tramontata ieri. Proprio a questo ‘buco’ da 56,5 milioni, quindi, fa probabilmente riferimento il comunicato congiunto della Fondazione CrT e della Fondazione Carimodena, quando annuncia che il veicolo in cui saranno fatti confluire i cashes potra’ essere “eventualmente” aperto anche ad “altri partners istituzionali”. Ppa- (RADIOCOR) 12-02-09 20:10:31 (0459)