CORAGGIOSA POSIZIONE DELL’ANTITRUST

CORAGGIOSA POSIZIONE DELL’ANTITRUST

La segnalazione dell’Antitrust  in materia  in materia di governance di banche e assicurazioni rappresenta un atto coraggioso che merita rispetto ed attenzione. L’antitrust ha fatto appieno la sua parte. Fissa una vera e propria linea di priorità di interventi chiamando  Parlamento,  Governo e anche alle altre autorità di settore alle proprie responsabilità  rispetto ad esigenze di chiarezza e trasparenza superando il confine sottile tra esigenze di concorrenzialità e quelle di stabilità .

Se si vuole cambiare il Paese è necessario rafforzare il sistema delle regole; se si vuole restituire fiducia all’industria del credito occorrono innovazioni profonde con nuove regole nel segno della trasparenza; se si vuole capire appieno la lezione di ciò che è successo nel mondo e in Italia è necessario fare passi concreti nella direzione indicata, senza indugi.

E’ forse scandaloso sottolineare che occorre evitare che si perpetuano pericolosi intrecci nella governance e legami poco chiari tra soggetti finanziati e finanziatori?.  L’antitrust è andato al cuore del problema anche sulle  Fondazioni bancarie, passate dalla foresta pietrificata alla foresta partecipata, muovendo da un dato inoppugnabile laddove si riscontra che l’investimento nelle banche rappresenta il 90 per cento del valore a bilancio e più fondazioni simultaneamente azioniste di rilievo nella stessa banca. Vanno allora evitati i rischi di un eccesso di concentrazione del rischio come purtroppo è avvenuto con investimenti nelle aziende bancarie che oggi scontano la pesante crisi finanziaria con perdita di valore e assenza di redditività, mettendo a rischio i generosi dividendi del passato.

Se tutto ciò avviene a pochi giorni dalla “pace di Alba” tra Fondazioni e Tremonti significa che è’ bene confrontarsi sui temi posti dall’Antitrust  evitando che prevalga la consolidata autoreferenzialità sia in materia di nomine che in materia di valutazione delle scelte effettuate e dei risultati ottenuti.  Perché l’interrogativo di fondo è: a chi rispondono le fondazioni? Se prevale la autoreferenzialità si nascondendo i problemi sotto il tappeto; si devia l’attenzione  della opinione pubblica. Sarebbe bene che  non prevalgano  arroccamenti o inutili polemiche; il messaggio dell’Antitrust venga recepito come utile indicazione per migliorare il Paese, per cosruire il futuro, per restituire fiducia al sistema economico e finanziario e soprattutto  per difendere il risparmio che è un bene comune irrinunciabile per la crescita del Paese. 

Roma, 3 febbraio 2009 

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