Le amnesie di De Benedetti
Nell’annunciare il ritiro, per limiti di età, dalle cariche sociali di attività finanziarie-editoriali, Carlo De Benedetti ha voluto ripercorrere le tappe della sua vita professionale penalizzata secondo il finanziere dalla politica richiamando in particolare le vicende Ambrosiano, Sme e Mondadori. La sua “verità” è di parte e presenta molte amnesie. Prima della vicenda Ambrosiano che non era una vicenda politica ma finanziaria, c’era stata la vicenda Fiat, mai sufficientemente chiarita, con “entrata” attraverso le azioni Gilardini e “uscita” con i soldi, come ricordò Donat Cattin in modo diretto il 30 maggio 1984. Per la SME non è stato detto come maturò. Non vi fu gara, ma rappresentò un atto di imperio del Presidente dell’Iri pro tempore Romano Prodi fuori da ogni regola allora vigente in materia di partecipazioni statali all’alba delle privatizzazioni. Semmai la guerra fu tra Craxi e De Mita. Non si può poi dimenticare la vicenda della telefonia mobile con la relativa assegnazione della seconda licenza radiomobile al consorzio Onnitel, anch’essa senza gara internazionale e senza considerare i i limiti riscontrati rispetto alla copertura del territorio nazionale e alla capacità tecnologica del momento, un vero e proprio cadeau. Si dimenticano inoltre gli interventi dello Stato per gi interventi sociali come i prepensionamenti Olivetti nel 1993 naturalmente insieme ad altri settori in crisi. Tutto ciò a pochi anni dall’enfatizzato accordo Olivetti At&T solo di pochi anni prima, che avrebbe dovuto rappresentare la soluzione strategica in termini di alleanze internazionali per il settore della telematica per quella che era considerata una azienda come bene del Paese.
Purtroppo la storia di Olivetti è sotto gli occhi di tutti. Quella come per altre vicende per essere ricordata adeguatamente e in modo compiuto ha bisogno di molte verità e non di una sola “verità.
Roma, 27 gennaio 2009