Oggi, 23 ottobre 2024, inauguriamo, a distanza di quasi 25 anni di distanza il nuovo sito. In una nota esplicativa pubblicata di seguito illustro i caratteri dell’innovazione.

Desidero porgere sentiti ringraziamenti a Fernando Augusti che mi ha accompagnato nella costruzione e gestione del vecchio sito insieme a quelli per Maurizio Bottinelli che ha accompagnato tutti noi nella transizione con un rilevante contributo nella ideazione e definizione del nuovo.

Insieme in questi mesi abbiamo costruito un team che dialogando nei ritagli di tempo ha permesso di superare non poche difficoltà, guardando al “nuovo”, ma salvaguardando il “passato”.

Insieme andiamo avanti in spirito di amicizia e di valori condivisi che solo la politica sa dare. Il sito era nato, cogliendo le potenzialità della innovazione, immediatamente dopo le elezioni politiche del 2001 come mezzo di comunicazione tra eletto e il suo variegato mondo di interlocutori: elettori, amici, simpatizzanti.

Tutto ciò quando la rete era agli albori e non aveva raggiunto le grandezze e le potenzialità odierne. Nella fase di costruzione del nuovo sito è stato possibile rileggere il lavoro di questi anni.

Si tratta di un risultato imponente e sorprendente che non si vuole vada disperso.

C’è infatti il rischio nella società della telematica che le attività, soprattutto nelle fasi di passaggio, possano andare perdute se non c’è cura nella continuità.

Ho purtroppo verificato in tanti siti di personaggi politici con i quali ho intessuto rapporti di lunga data, che quando si stacca la spina l’intera patrimonio di memoria informatica venga cancellata, oppure si salvino solo alcuni passaggi perché intercettati da altri siti oppure acquisiti da altri naviganti.

Questa è la differenza e il rischio tra un patrimonio culturale cartaceo che ci è stato tramandato da secoli e un patrimonio culturale telematico che soffre la progressiva incalzante innovazione tecnologica. È un problema che dovrà essere necessariamente affrontato.

Se ne dovrebbero fare carico anche gli istituti culturali o le istituzioni parlamentari per la loro competenza.

Perché nei fondi culturali pubblici non saranno più trasferite solo le carte, la corrispondenza, la importante biblioteca di tanti personaggi pubblici, ma anche pen drive, hard disk, archivi di mail, siti individuali.

La transizione ha costi e problemi che devono essere affrontati in termini nuovi e risposte adeguate.

Ringrazio i naviganti per l’attenzione.