Oggi alcuni giornali sono andati fuori tema. I problemi sono altri. Sembra che la crisi che investe i quotidiani derivi dalle rassegne stampa o dalla circolazione dei pdf dei quotidiani attraverso il passaggio delle pw. È una lettura troppo semplicistica. Le edicole hanno chiuso progressivamente, anche perché gli editori hanno preferito diffondere il prodotto nel web piuttosto che stamparli. Andavi nell’edicola e il quotidiano non lo trovavi. Hai preferito rinunciare. Perché non pensare che è il prodotto che non piace più specialmente da quando i giornali sono diventati partiti. I grandi giornali hanno rinunciato alla grande inchiesta, alla pagina culturale, all’approfondimento serio per cercare il pettegolezzo, il retroscena, il facile consumismo della notizia, quando poi non sono finiti per diventare  la buca delle lettere di scontri di potere. Oggi i consumatori hanno capito tutto questo e i giornali non li comprano neppure con le offerte super scontate. Gli editori e i giornalisti dovrebbero farsi qualche domanda su quali interessi portano avanti. Soprattutto sul legame incestuoso tra giornale e pubblicità. I lettori non si riconoscono più nel prodotto che viene offerto. Anche la circolazione delle notizie è democrazia.! Sono semplicemente canali alternativi alla imposizione mediatica. Per essere credibili i giornalisti dovrebbero astenersi dall’andare su tutte le tv da mattina a sera per divulgare le proprie idee. Restino nel recinto del proprio giornale. ! Difendano realmente il proprio copyright con l’esclusiva del pensiero non la divulgazione di un prodotto e di sottoprodotti semiedulcorati a seconda della circostanza. 
Non sono forse i giornalisti ad anticipare in trasmissioni radiotelevisive serali i titoli dei loro giornali pensando di accrescere interesse nel lettore contribuendo invece a far perdere di valore al loro prodotto, fino a impoverirlo?