Una finta flat tax
Sta avanzando la proposta di una flat tax sui redditi incrementali. Si tratterebbe di rispolverare una vecchia idea dei FdI. Del resto questo partito è ormai stampella del governo. Ma evitino di spacciarla per flat tax. È una cosetta molto mini che va nella stessa direzione della flat fino a 65 mila euro per le le partite iva. Anzi andrebbe ancora a loro perché la categoria del reddito fisso, sia dipendenti che pensionati non ha, anno su anno, rilevanti incrementi di reddito tali permettere grandi guadagni fiscali, così da giustificare una flat tax che violerebbe il principio di uguaglianza e di proporzionalità. Per i dipendenti c’è già la tassazione per i premi di produttività. Sono riformicchie che guardano a pezzi di elettorato delle forze di governo piuttosto che alla generalità dei cittadini con un linguaggio di chiarezza e di trasparenza come sarebbe necessario.
È solo un modo per poter dire che è stata introdotta la flat tax ad uso dei social, dei Twitter e di Facebook, senza misurarne gli effetti concreti e soprattutto senza rilevanza, con limitatissimi effetti sulla finanza pubblica e quindi praticabile senza obiezioni a Bruxelles. Con questa finta riforma i conti pubblici non vengono messi a rischio.
Non è una riforma alla Vanoni, così per dire.