Il terremoto politico del 2018

Il terremoto politico del 2018

La consultazione elettorale del 4 marzo ha determinato un sisma politico di elevata intensità con una sostanziale ingovernabilità. I tre poli (Centrodestra a trazione leghista, movimento cinque stelle a propulsione meridionale e partito democratico ridimensionato nei numeri e nella rappresentanza) sono alternativi a se stessi con nessuna possibilità di avvicinamento politico salvo la possibilità di una intesa su una nuova legge elettorale di cui si sono constatati i paradossi.

La rappresentanza ha prevalso sulla governabilità per l’ibrida miscela di uninominale e di proporzionale, senza possibilità di voto disgiunto e neppure quella di indicare la preferenza sui listini bloccati.

La libertà di scelta è stata soffocata dalla legge elettorale pensata per compromessi divenuti irrealizzabili.

Molte formazioni non hanno raggiunto la soglia del 3 per cento. Eppure molti elettori non hanno voluto rinunciare alla possibilità di scelta fuori dai blocchi delle coalizioni, per dare un segnale rispetto a valori e convincimenti. Questo è il caso del Popolo della Famiglia che pure oscurato dai mezzi di comunicazione ha canalizzati voti su principi irrinunciabili.

Una riflessione a parte merita il cartello elettorale Noi per l’Italia che ha pagato la contraddizione di usare il simbolo dello scudo crociato dando spazio e rappresentanza a personaggi lontani dalla cultura democristiana. È stata di fatto una operazione teleguidata che è naufragata sui territori. Il risultato è stato di un totale fallimento del progetto, una modestissima composita rappresentanza parlamentare. In Parlamento oggi gli eredi del simbolo sono ora Paola Binetti, che peraltro viene da un tortuoso percorso parlamentare, e Antonio De Poli.! Questo è il risultato delle scelte operate negli anni da Rocco Buttiglione, Pierferdinando Casini e Lorenzo Cesa di cui portano appieno le responsabilità storiche.

Tutto ciò conferma il disastro politico ed elettorale di dirigenti che hanno privilegiato egoismi e interessi personali rispetto ad un progetto che avrebbe richiesto ben altra piattaforma politica e culturale. Richiederebbe leader politici credibili e capaci di fare battaglie politiche nella società e nel Paese.

Roma, 6 marzo 2018

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